Truffe online, 1 sito su 2 ci frega: ecco la trappola perfetta
L'unica multa, salatissima, è stata comminata dal governo degli Stati Uniti, ma ieri anche l'Unione europea è intervenuta per mettere un freno alle pratiche commerciali scorrette sul web. E nel mirino di Bruxelles è finita Meta, la società madre di Facebook, per distorsione della concorrenza. Questo mentre, secondo un'indagine condotta dalla Commissione, quasi un sito su due non ha rispettato gli standard Ue sui diritti dei consumatori durante il Black Friday. Ma andiamo con ordine.
Negli Stati Uniti, la Federal Trade Commission, l'agenzia federale di tutela dei consumatori, ha annunciato di aver raggiunto un accordo con Epic Games: la società, che ha sviluppato il popolare videogioco Fortnite, pagherà due sanzioni per un totale di 520 milioni di dollari. L'accusa è di aver violato la privacy degli utenti minori di tredici anni e di averne ingannati altri, spingendoli ad acquisti indesiderati. Nello specifico, Epic Games dovrà sborsare 275 milioni di dollari perché ha raccolto, senza il consenso dei genitori, informazioni personali sui minori di tredici anni che giocavano a Fortnite, in violazione di una legge del governo che tutelai bambini da truffe e strategie di marketing scorrette.
RISARCIMENTO
Altri 245 milioni di euro saranno poi versati dalla società a titolo di risarcimento nei confronti di tutti quegli utenti che, a prescindere dall'età, sono stati ingannati dalle pratiche, definite «disoneste e ingannevoli», messe in atto dall'azienda per favorire acquisti sul videogioco. In Europa, invece, Meta rischia di venire condannata per abuso di posizione dominante. Secondo la Commissione Ue, che ha adottato un "parere preliminare", la società di Mark Zuckerberg dispone di un preminente potere di mercato nel mondo dei social network e nella pubblicità online sui social media. Potere di cui avrebbe abusato in due modi.
Innanzitutto, il legame esistente tra Facebook e il suo servizio di annunci online, Facebook Marketplace, a cui gli utenti del social accedono in modo automatico, conferisce allo stesso Marketplace, si legge in una nota, «un sostanziale vantaggio di distribuzione» sui concorrenti. In secondo luogo, Meta imporrebbe, in modo unilaterale, condizioni commerciali sleali ai servizi di annunci online concorrenti che fanno pubblicità su Facebook o Instagram. Per la Commissione, i termini che consentono a Meta di usare i dati relativi agli annunci dei concorrenti a proprio vantaggio potrebbero essere «ingiustificati, sproporzionati e non necessari perla fornitura di servizi di pubblicità online sulle piattaforme» della società.
Ma ieri sono stati diffusi anche i risultati di un'indagine condotta dalla Commissione e da 13 autorità nazionali per la tutela dei consumatori in occasione del Black Friday, il "venerdì nero" dei saldi che quest' anno è caduto il 25 novembre. Bene: almeno il 43% dei 176 siti controllati ha violato le norme Ue sui diritti dei consumatori. In particolare, la verifica ha evidenziato che più della metà dei 16mila prodotti monitorati era in sconto durante il Black Friday. Di questi, il 23% risulta «chiaramente in contrasto» con le regole europee, che prescrivono ai negozi fisici e a quelli digitali di indicare, quando iniziano i saldi, il prezzo più basso applicato nei 30 giorni precedenti. Ora toccherà alle autorità nazionali contattare i commercianti coinvolti e, nel caso, sanzionarli.