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Bce, perché l'indipendenza dell'Eurotower diventerà un boomerang

 Christine Lagarde

Giancarlo Mazzuca
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Non ha parlato lei, Giorgia Meloni, che da quando occupa la poltronissima di Palazzo Chigi sa anche ricorrere ad una flemma tipicamente britannica, ma ha parlato il suo storico braccio destro, il ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha messo in croce un'altra primadonna, la francese Christine Lagarde, presidentessa della Banca centrale europea. L'ultima stretta monetaria decisa da Francoforte rischia, infatti, di soffocare l'Italia con un aggravio, per i nostri conti, di qualcosa come un centinaio di miliardi. 

In altre parole, il provvedimento potrebbe davvero trasformarsi in un colpo da KO in grado di mandarci definitivamente al tappeto. Anche il ministro è stato, in questo senso, molto chiaro: alla luce di quanto è successo (e, detto per inciso, la Lagarde si era comportata allo stesso modo nell'estate scorsa), bisogna che, a questo punto, l'Istituzione-Europa abbia gli strumenti giusti, parola di Crosetto, per controllare meglio le mosse della Bce perché altre misure di Madame potrebbero trasformarsi in veri e propri boomerang finendo, in ultima analisi, per annullare tutti gli effetti positivi della manovra che il governo italiano ha appena varato.

IL CONFRONTO CON DRAGHI
I tanti "j' accuse" nei confronti della Lagarde - che pure ha una grandissima esperienza economica perché, prima di approdare a Francoforte, aveva anche pilotato il Fondo monetario internazionale come direttrice operativa - fanno sorgere una domanda: cosa avrebbe fatto Draghi se fosse stato ancora lui al vertice della Bce? Difficile rispondere al quesito perché i tempi e le situazioni sono cambiati così come gli inquilini del piano nobile dell'Eurotower, ma, a naso, mi verrebbe da dire che Super Mario si sarebbe mosso con più prudenza anche se è passato alla storia per il suo "whatever it takes", andare avanti qualunque cosa accada. Sì, perché proprio quella crociata draghiana in difesa degli indifesi finì per dare ossigeno ai partner europei più deboli (soprattutto la Grecia ma anche l'Italia) contro le pretese della Germania che, guidata da frau Merkel, dettava la linea comunitaria anche sul fronte economico.

Eravamo nel 2014 e l'allora presidente Bce che gli americani consideravano poco italiano si oppose ai panzer tedeschi e non solo, cercando di mettere un freno ad una recessione senza fine, un po' quello che sta succedendo anche adesso. E Super Mario salvò così i Paesi sull'orlo del default alla faccia dei "grandi" del Vecchio Continente che pretendevano sempre di dettare la linea. Dopo le ultime decisioni della Lagarde, possiamo ora dire la stessa cosa della francese? Difficile poterlo sostenere ed anche Crosetto sembra confermare i nostri dubbi. Meglio, comunque, rassegnarsi per un motivo molto semplice: Christine dovrebbe restare in carica per tanto tempo ancora, altri cinque anni.

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