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Ilva, appello alla Meloni: nazionalizzare subito, o sarà crisi dell'acciaio

Giancarlo Mazzuca
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Chi non ricorda la grande stagione delle privatizzazioni in Italia? Alla guida dell'Iri c'era Romano Prodi che avviò una drastica cura dimagrante delle aziende di Stato. Ci eravamo davvero illusi di aver voltato definitivamente pagina ma, purtroppo, così non è stato. E il caso dell'ex Ilva di Taranto è particolarmente significativo: da quanti anni, ormai, continuiamo a dilungarci sulla crisi dell'industria dell'acciaio che non dà tregua? Prima la disastrosa gestione dei Riva suggellata dalla condanna di quel management (in tutto, 270 anni di carcere) per disastro ambientale che è stata motivata proprio in questi giorni. Poi lo sbarco degli indiani di ArcelorMittal, che, ad un certo punto, hanno dovuto chiedere aiuto ad un'azienda pubblica, Invitalia.

E domani? Il gruppo siderurgico sta vivendo, tanto per cambiare, momenti di grandissima incertezza tra massiccio ricorso alla cassa integrazione, produzione dimezzata (3 milioni di tonnellate rispetto alle 6 previste), crediti non pagati e stop forzato per tantissime aziende dell'indotto. Il ministro per le Imprese, Adolfo Urso, ha parlato, a proposito dell'ex Ilva, di un treno che sta deragliando ma il treno è, purtroppo, già deragliato da tempo. Dieci anni fa, quando si parlava di ritmi di lavoro giapponesi per il ciclo integrale dell'azienda pugliese, scrissi che su una cosa eravamo comunque diventati ancora più bravi dei maestri del Sol Levante: eravamo più bravi nel fare "harakiri" perché ci eravamo trasformati in perfetti "kamikaze".

La situazione dell'acciaio «made in Italy» si è fatta sempre più grave. Se il complesso siderurgico di Bagnoli, in Campania, dovette chiudere i battenti definitivamente, il rischio aleggia su Taranto se, una buona volta per tutte, non interverremo in modo massiccio ed in tempi rapidi. Si sono succeduti dieci governi da quando, proprio nel 2012, vennero lanciati ripetuti SOS sul futuro del complesso di Taranto, ma, in questi anni, nulla o quasi è stato fatto. Adesso tutte le speranze sono affidate al tandem Meloni-Urso che dovrà valutare la possibilità di un ritorno al passato con una nazionalizzazione dell'ex Ilva ripristinando così in modo completo l'antico «acciaio di Stato». È proprio il caso di dire: corsi e ricorsi storici. Giorgia, pensaci tu. 

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