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Panzeri, l'indagato è di sinistra? Ecco cosa sparisce dai titoli

 Antonio Panzeri

Iuri Maria Prado
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Non è propriamente per resipiscenza garantista che la stampa coi fiocchi fatica a mettere in prima pagina che il presunto colpevole, questo Panzeri, appartiene ai ranghi illustri della Repubblica Bella Ciao. Sarebbe nobilissimo se si trattasse della doverosa cautela con cui si tiene basso il profilo dell'indagato, senza indugiare sui particolari del suo curriculum, fino a che le cose non sono più chiare: ma la vaghissima impressione è che si tratti di tutt'altro e cioè del ricorso al bianchetto sulla notizia che imbarazza non per i pacchi di soldi di cui si parla, ma per il fatto che se ne ipotizzi il maneggio da parte di un plenipotenziario progressista.

 

 

 

Che non si tratti di quella cautela è evidentissimo guardando certi titoli: “Choc in Europa”, “Eurocorruzione”, “La Tangentopoli in Europa”, che sembrano misurati meno sull’esigenza di descrivere uno scandalo generale, che è tutto da dimostrare, e ben più sull’urgenza di rendere trascurabile l’identità politica di chi pare esservi coinvolto. Che andrebbe benissimo un’altra volta, se non fosse che altre volte l’affiliazione è vigorosamente sottolineata e non è neppure la guarnizione della notizia, ma la notizia punto e basta. Ora a sinistra faranno il solito, e cioè lo scaricheranno a prescindere, prima del processo, ma nel frattempo verrà fuori che sotto le spoglie di comunista sindacalista era in realtà un ordoliberista.

 

 

 

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