Italia in bolletta, l'elettricità costa il 70% in più che in Francia: l'analisi di Andrea Pasini
Il tema dei rincari continua a essere al centro del dibattito politico sociale. E a buona ragione. Secondo i dati raccolti da Confcommercio-Nomisma, alberghi, bar, ristoranti e negozi di alimentari pagano , a parità di consumi e di potenza impegnata, una bolletta elettrica notevolmente più elevata. Hanno una spesa elettrica mediamente superiore del 27% rispetto alle imprese spagnole e addirittura di quasi il 70% rispetto a quelle francesi.
Analizzando le categorie una per una, vediamo che la spesa media per l’elettricità nel 2022 è arrivata a 188.000 euro per gli alberghi, 55.000 per i negozi di beni alimentari, 26.000 per i ristoranti, 15.000 per i bar, e 13.000 per i negozi non alimentari. Un vero e proprio salasso.
I dati diventano ancora più significativi se si considerano le risorse complessivamente stanziate dai singoli Paesi nel 2022 per far fronte ai rincari energetici con l'Italia al primo posto con quasi 60 miliardi, quasi il doppio di quanto stanziato dalla Spagna. L'Italia, in sostanza, ha speso più sia della Francia che della Spagna pur continuando a registrare costi delle bollette elettriche decisamente più elevati rispetto ai due Paesi benchmark.
La motivazione che si cela dietro questi numeri si può racchiudere nel termine «diversificazione». Sì, perché l’Italia sta pagando (a carissimo prezzo) l’errore di non aver diversificato maggiormente le sue fonti di energia e i suoi fornitori negli ultimi decenni. Sono stati detti troppi «no» basati su preconcetti e ipertrofia burocratica.
Senza un intervento immediato della politica per calmierare le bollette di gas ed energia elettrica, è da subito a rischio chiusura almeno il 10% / 15% delle imprese della ristorazione. In particolare quelle più giovani; il futuro del nostro paese.
Questo meccanismo sta innescando la recessione tecnica dell’Italia, una situazione che dobbiamo evitare a tutti i costi. Come per la pandemia, in questo momento sono necessari sostegni immediati per le imprese più colpite dalla crisi energetica. Ip governo a guida Giorgia Meloni ha già dichiarato di veler con urgenza istituire un confronto costruttivo con le forze sociali per avviare un piano strutturale di raccordo con l’Europa.
Il goverrno agisca con la stessa rapidità con il quale si è formato per introdurre finalmente un tetto ai prezzi a livello europeo, rafforzare i crediti di imposta, prolungando anche la loro durata, prevedere una ulteriore rateizzazione delle bollette, sostenere la liquidità delle imprese, altrimenti nel primo semestre del 2023 dovremo assistere alla chiusura di almeno 120.000 imprese con tutte le problematiche annesse di natura economica e di tenuta sociale.