Superbonus, la stretta sul 110%: cosa cambia da subito
Per il Superbonus 110% è arrivato il tempo di una bella sforbiciata, anche se le parole usate dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti assomigliano più a una cannonata: «Non si è mai vista nella storia una misura che costasse così tanto a beneficio di così pochi».
Per questo «difendo la scelta di concentrare le risorse in modo selettivo a favore dei redditi medio bassi. Questa spiega Giorgetti - è una scelta politica».
Poco prima era stato il premier Giorgia Meloni a chiarire coi numeri il concetto: «Il superbonus nasceva meritoriamente per rimettere in moto l'economia dopo la pandemia, ne abbiamo condiviso le finalità ma la realizzazione ha creato difficoltà.
Segnalo a chi ha detto che si poteva gratuitamente ristrutturare, che quel "gratuitamente" pesa nelle casse dello Stato di circa 60 miliardi di euro, con un buco di 38 miliardi».
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POSSIBILITÀ NON DIRITTO - Sempre in ambito di Superbonus, nel corso della conferenza stampa per spiegare le misure contenute del decreto aiuti, Giorgetti si è soffermato anche sul problema della cessione del credito d'imposta. Una delle misure più tribolate di questo provvedimento: «Cercheremo di intervenire perché è un problema reale di molte imprese, rispetto allo stock esistente cercheremo e stiamo definendo una via d'uscita rispetto alla situazione attuale». Anche in questo caso, però, Giorgetti, non ha usato mezze misure: «La cessione del credito è una possibilità, non un diritto e tutti coloro che da ora ne vorranno usufruire hanno la certezza di poterli detrarre dai redditi, ma non possono avere la certezza che si trovi una banca o un'istituzione che accetti i crediti». E ancora: «È passata l'idea che il credito d'imposta sia sostanzialmente una moneta ma non è così, quindi chi deve fare un investimento deve valutare se l'impresa costruttrice o la banca sia disponibile a riconoscere il credito d'imposta, perché se non è così devono calcolare il progetto d'investimento in diverso modo. Per questo- ha ribadito- stiamo cercando di creare spazio ulteriore per le aziende di credito che hanno manifestato disagio rispetto a una situazione insostenibile, che noi cercheremo di correggere. Ma il sistema non può continuare così».
I DISTINGUO AZZURRI - In maggioranza, però, non tutti la pensano in maniera così netta. Forza Italia ha una posizione un po' più morbida. Per questo i due capigruppo parlamentare Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo, hanno affidato la posizione degli azzurri ad una nota ufficiale, nella quale dopo aver convenuto che: «Era doveroso intervenire sul Superbonus per motivi di contenimento della spesa pubblica e per correggere distorsioni», specificano che «è altrettanto doveroso dare delle certezze agli operatori del settore e non cambiare continuamente il quadro.
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Proprio per questo - chiariscono Ronzulli e Cattaneo rispetto all'accesso al Superbonus 110% così come lo abbiamo conosciuto finora, Forza Italia lavorerà per spostare la data di scadenza delle agevolazioni almeno di un mese per chi ha già deliberato in assemblea di condominio e ha già stipulato contratti». Per questo Forza Italia ha annunciato che presenterà «un emendamento ad hoc, anche per garantire un tempo di transizione adeguato. Ma non solo». Infatti i due azzurri, pur ribadendo il giudizio positivo alle scelte del governo, chiedono «che sulle modalità e sulle regole di revisione della percentuale, venga avviato subito un tavolo con le associazioni di categoria, per una interlocuzione costante e operativa. In questo quadro normativo - si chiude la nota - Forza Italia è in prima linea per scongiurare il collasso del comparto dell'edilizia e chiede al governo anche un tempestivo intervento mirato allo sblocco dei crediti fiscali maturati che le aziende, in questo momento, non riescono a cedere». Chi proprio non ci sta - a questa revisione del Superbonus - è M5S. Daniela Torto, capogruppo pentastellata in Commissione Bilancio, attacca Giorgetti: «Nella foga di mantenersi nel solco dell'ortodossia draghiana, sembra aver smarrito la capacità di messa a fuoco dettata dal buonsenso». A bruciare è la stretta sulla cessione del credito «una soluzione innovativa nel sistema economico, che il Movimento Cinquestelle ha avuto il merito di introdurre».