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Nella legge di bilancio ci sarà anche la nuova rottamazione delle cartelle esattoriali, con un forfait del 5% su sanzioni e interessi e un piano di pagamenti in 5 anni, oltre ad un possibile stralcio per le cartelle fino a 1.000 euro. È uno dei punti del programma del centrodestra, e non a caso ieri sera dopo il Consiglio dei ministri fonti della Lega esprimevano la soddisfazione del Carroccio per la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza, che pone le base «per avviare la nuova rottamzione di cartelle esattoriali, oltre all'estensione della flat tax e la riforma delle pensioni verso Quota41 e l'estensione della flat tax». Il governo Meloni è anche al lavoro sulla revisione del superbonus edilizio, che dovrebbe essere ridotto dal 110% al 90%, riaprendo le porte per le abitazioni unifamiliari, con l'introduzione del criterio del quoziente familiare per determinare il tetto delle risorse disponibili.
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La svolta al provvedimento voluto dai Cinquestelle riapre i giochi soprattutto per le abitazioni unifamiliari, che da gennaio sarebbero state escluse dall'incentivo. Tecnicamente si tratterà di una "revisione straordinaria" dell'incentivo, che parte da una riduzione dell'aliquota dal 110%, finora garantita per i condomini anche nel 2023, al 90%. Saranno appunto introdotti alcuni paletti: i proprietari delle abitazioni unifamiliari potranno beneficiare dello sconto soltanto se vi risiedono, e per loro quindi la villetta è la prima casa, e contemporaneamente hanno un valore Isee massimo di quindicimila euro.
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La soglia però potrà salire in base al numero di componenti la famiglia, introducendo così una sorta di sistema basato sul quoziente familiare. La logica l'ha spiegata ieri il sottosegretario all'Economia Federico Freni, definendo «poco sensato che queste norme possano servire a migliorare la seconda o terza casa». Meglio rigenerare i centri urbani e favorire chi non può permettersi di accedere ai bonus, prediligendo «il palazzo di periferia piuttosto che la villa di campagna». A fine settembre, secondo gli ultimi dati dell'Enea, gli investimenti ammessi alla detrazione del super bonus 110% sono stati complessivamente 51,21 miliardi, con detrazioni a carico dello stato previste a fine lavori per 56,33 miliardi. Il Pnrr destina complessivamente 13,95 miliardi di euro alla misura. La possibile modifica non convince però i costruttori, che frenano. «Prima di ragionare di percentuali vogliamo capire qual è la politica industriale, dove si vuole andare», dice la presidente dell'associazione di costruttori Ance Federica Brancaccio, contraria ad una nuova modifica delle regole in corso.