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Se i nostri soldi sono pericolosi, chiudete le banche

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Vittorio Feltri
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Parliamo di soldi, ossia dell'argomento che sta più a cuore ai cittadini di ogni ceto, purché ne abbiano - s' intende -, mentre chi è in bolletta si disinteressa alle banconote, poiché non ne possiede. In questi giorni si è scatenato un dibattito furibondo sul diritto a tenersi in saccoccia il contante. I puritani poco abbienti sostengono che sia indispensabile fissare a mille euro, al massimo duemila, la somma di denaro a disposizione di una persona, mentre chi non litiga con la moneta, essendone munito in una certa quantità, ritiene che sia assurdo non consentire a un individuo di poter tenere addosso fino a diecimila bigliettoni. Mi sembra un dibattito stravagante. Esemplifico. Io lavoro da una vita, percepisco da sempre un ottimo stipendio che i miei datori di lavoro mi depositano mensilmente in banca, già tassato. Alla quale in caso di necessità mi rivolgo per ritirare quanto mi serve per la gestione della mia famiglia, ovvero dei fatti miei. Nulla di più regolare e quindi legale. Di norma prelevo tremila euro che poi gestisco come mi garba senza dover renderne conto ad alcuno, neppure a mia moglie che detiene il suo malloppo del quale giustamente non è tenuta a fornirmi spiegazioni o dettagli.

Poniamo il caso che un mese io ritiri dal mio istituto di credito, che a me non fa alcun credito dal momento che non richiedo alcun prestito - grazie al cielo! -, quattromila euro anziché i soliti tremila: saranno fatti esclusivamente miei o no? No. Lo Stato più indebitato del mondo mi obbliga a non superare il tetto da esso arbitrariamente fissato. Siamo alla follia pura. I quattrini sono miei, sui quali, all'atto di riceverli come compenso per il mio lavoro, ho già versato tributi di notevole entità, eppure per utilizzarli a mio piacimento devo domandare il permesso a un ente pubblico che peraltro funziona male e usa da cani quanto da me onestamente guadagnato. Con un pretesto idiota: troppo contante favorisce l'evasione fiscale.

 

 

 

PROPRIETÀ PRIVATA

Ma chi è in grado dirlo? Le banche sono nate per semplificare la vita della gente, non per altro. Tu affidi ad esse i tuoi risparmi e sono più al sicuro che se li infili sotto il materasso a disposizione dei ladri, categoria copiosa. In altri termini, sul tuo conto corrente c'è roba tua, non di altri, e la puoi spendere come gradisci senza giustificarti con chicchessia. Anche se adoperi qualche bigliettone per retribuire una prostituita sono esclusivamente cavoli tuoi. Mica è possibile pagarla col bancomat e pretendere da lei la ricevuta. A proposito delle carte di credito ne posseggo una, anche se vi ricorro il meno possibile perché costa: ogni pagamento effettuato con la tesserina comporta un balzello a tuo carico. È falso affermare che essa riduca l'evasione fiscale in quanto i tuoi quattrini sono già stati decurtati alla fonte e non c'è motivo di sottoporli ad altre detrazioni effettuate dal governo notoriamente ladro. Giù le mani dal nostro portafogli, per riempire il quale facciamo già abbastanza fatica. La libertà di spendere è il motore del commercio e dell'economia in generale. Le banche ne sanno qualcosa. Se non vi piacciono, chiudetele, a patto che ci restituiscano i nostri averi.

 

 

 

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