Panetta dà ragione a Meloni: "Ecco a cosa servono i contanti"
Pubblichiamo qui sotto ampi stralci del discorso di Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea, pronunciato il 15 giugno 2021 a Francoforte sul Meno alla conferenza internazionale sul contante della Deutsche Bundesbank.
Il futuro del contante veniva ampiamente discusso già prima della pandemia, in relazione al crescente ricorso a strumenti di pagamento digitali. La crisi ha accresciuto l'attenzione posta su questo tema; ha ridotto i tempi della digitalizzazione dell'economia - di 7 anni, secondo stime recenti - e modificato le abitudini dei consumatori, riproponendo la questione del futuro del contante in una economia pervasa dalla tecnologia. In questo intervento spiegherò che la digitalizzazione non determinerà la sparizione del contante. Nell'area dell'euro le banconote continueranno a svolgere, anche in futuro, un ruolo cruciale. Durante la pandemia la loro domanda è aumentata, nonostante il loro minore utilizzo come mezzo di pagamento. L'Eurosistema è impegnato a preservare il ruolo del contante. Stiamo adottando misure concrete affinché esso rimanga ampiamente accessibile e accettato come mezzo di pagamento, anche qualora fosse introdotto l'euro digitale.
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LA DOMANDA
(...) L'apparente paradosso rappresentato dall'incremento della domanda di banconote e dalla concomitante flessione dei pagamenti in contante può essere spiegato dall'utilizzo del contante come strumento per far fronte all'incertezza generata dalla crisi. Analisi recenti indicano che all'inizio della pandemia i consumatori, specialmente quelli con basso reddito, hanno ridotto gli acquisti di beni e servizi e aumentato le scorte di attività finanziarie liquide; ciò ha alimentato la domanda di contante. (...) Anche l'uso delle banconote nel periodo pre-crisi conferma l'importanza del contante come riserva di valore, oltre che come mezzo di pagamento. Secondo stime recenti, prima della pandemia solo il 20% dell'importo complessivo delle banconote in euro viene utilizzato per effettuare pagamenti nell'area dell'euro. La quota di gran lunga prevalente, pari a circa 1.000 miliardi di euro, sarebbe infatti detenuta come riserva di valore e utilizzata solo sporadicamente per effettuare pagamenti o farebbe capo a soggetti residenti al di fuori dell'area dell'euro. La funzione di riserva di valore ha quindi presumibilmente contribuito a sostenere la domanda di banconote anche in una fase di forte aumento dei pagamenti digitali. La domanda di contante è inoltre alimentata dalle peculiari caratteristiche delle banconote. Essendo prive di costi, le banconote rappresentano talora l'unico modo per garantire l'inclusione finanziaria di ampi strati della popolazione: ad esempio, nell'area dell'euro vi sono 13,5 milioni di adulti privi di un conto bancario, che effettuano quasi esclusivamente pagamenti in contante. Le banconote consentono inoltre a quasi tutte le persone, comprese quelle in età avanzata o con disabilità visive o di altra natura, di verificare l'autenticità del denaro che stanno utilizzando. Il contante svolge un ruolo fondamentale anche nell'educazione finanziaria, in quanto i ragazzi di età inferiore a 15 anni usano banconote e monete per i loro piccoli acquisti quotidiani.
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EVIDENZA EMPIRICA
L'evidenza empirica indica che la carenza di contante danneggerebbe sia i commercianti sia i consumatori, soprattutto quelli con basso reddito. Difficoltà emergerebbero in particolare per i segmenti della popolazione, quali gli anziani o le persone con un minore livello di istruzione, che preferiscono il contante ad altri mezzi di pagamento. (...) Il contante rappresenta inoltre lo strumento più indicato per garantire la privacy nei pagamenti, un elemento cui i consumatori attribuiscono una importanza fondamentale. Con l'espansione dell'economia digitale i cittadini nutrono infatti timori crescenti sulla raccolta e sull'utilizzo dei propri dati. Infine, le banconote in euro rappresentano il segno più tangibile, il simbolo dell'integrazione europea. (..) La sua diffusione potrebbe essere, ciò nonostante, messa a rischio in futuro. Ciò potrebbe accadere, ad esempio, qualora le banconote non fossero più ampiamente accettate negli esercizi commerciali. Il ruolo del contante sia come mezzo di pagamento che come riserva di valore va pertanto salvaguardato con politiche attive. Per questa ragione, nel settembre del 2020 il Consiglio direttivo della BCE ha varato la strategia dell'Eurosistema 2030 per il contante, con quattro principali obiettivi strategici. Il primo consiste nel continuare ad assicurare una adeguata offerta di contante. Il secondo obiettivo è quello di garantire che le banconote e le monete in euro continuino a essere accettate nei punti vendita e a essere disponibili ai consumatori insieme agli altri strumenti di pagamento. Il terzo obiettivo è quello di offrire banconote sicure e all'avanguardia tecnologica. L'ultimo obiettivo è quello di ridurre l'impatto ambientale del contante grazie a nuovi prodotti e processi. (...) Stiamo inoltre collaborando con la Commissione europea al fine di riesaminare la sua Raccomandazione del 2010 relativa agli obiettivi e agli effetti del corso legale delle banconote e delle monete in euro e di emanare misure regolamentari volte ad assicurare in tutta l'eurozona una adeguata offerta di servizi relativi al contante. (...) L'economia mondiale è in rapida trasformazione, ma l'Eurosistema garantirà, anche nell'era digitale, a tutti i cittadini europei un accesso adeguato e privo di costi a forme di moneta sovrana esenti da rischi, rispettose della privacy, che abbiano corso legale e utilizzabili ovunque nell'area dell'euro. Il nostro impegno nell'offerta di moneta sovrana in forma sia fisica sia digitale rafforzerà il ruolo della moneta pubblica nell'area dell'euro, adeguandola alle esigenze dell'era digitale; assicurando al tempo stesso che il contante continui a soddisfare le esigenze dei cittadini europei.
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