Ursula vuole tasse a palate per tutti: con i balzelli non c'è ripresa
Il tetto al prezzo del gas non c'è. Ma quello sui profitti delle imprese sì. Perché, ha spiegato ieri Ursula von der Leyen, "milioni di europei hanno bisogno di sostegno". E siccome non c'è alcuna intenzione di replicare la soluzione trovata con la pandemia (un recovery bis per l'energia) e neanche di tagliuzzare la spesa pubblica da qualche parte, l'unica alternativa è quella di tassare le imprese. In particolare quelle che si occupano di energia. Gettito stimato: 140 miliardi.
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Ora, nessuno mette in discussione che qualcuno con la guerra del gas abbia fatto più soldi del dovuto. Ci saranno sicuramente anche aziende che hanno speculato o approfittato della situazione. Ed è evidente che servono risorse per fronteggiare l'emergenza. Ma siamo proprio sicuri che il metodo migliore per uscire da una crisi prevalentemente energetica sia quella di erodere i margini delle aziende che dovrebbero, ora più che mai, fare investimenti per favorire la diversificazione delle fonti e una maggiore autonomia dal metano di Mosca?
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I dubbi vengono, anche se bisogna riconoscere che nessuno ne ha. Né gli Stati Ue, d'accordo praticamente solo su questo, né i partiti in campagna elettorale, che si scannano su tutto il resto, né l'opinione pubblica, che di spremere le multinazionali di gas e greggio non vede l'ora. Forse hanno ragione loro. Così come potrebbero aver ragione gli ambientalisti che in Sardegna ieri hanno bloccato le pale eoliche per non disturbare i tonni. Mancherà all'appello della preziosa energia? Poco male. Basta aumentare un po' il prelievo sulle imprese e i pesci potranno tornare a sguazzare senza problemi.