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Bollette alle stelle, si allarga il partito dello scostamento di bilancio

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Antonio Castro
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Lo dice papale papale Giorgia Meloni: «Lo scostamento bilancio non è un tema ideologico, si tratta di soldi a debito, è una scelta dolorosa da fare. Meglio evitare se ci sono altre strade». Scandisce la leader di Fratelli d'Italia intervenendo nel tardo pomeriggio all'assemblea di Confcommercio. In una platea "amica" ma di imprese prostrate dalla bollette che succhiano gli incassi - la Meloni lo dice chiaramente: «Meglio evitare nuovo debito se ci sono altre strade». Con un debito pubblico monster (l'Italia dopo il Giappone è il Paese al mondo con l'indebitamento pubblico più alto al mondo), e con lo spread che rialza minacciosamente la testa c'è poco da scherzare. Anche l'ex ministro dell'Economia azzurro, Giulio Tremonti, va diritto al cuore del problema: «Non conosco in italiano l'espressione "scostamento di bilancio". O c'è debito o non c'è debito», ribatte Tremonti.

 

 

 

Bruno Tabacci- sottosegretario di fiducia di Draghi proprio per il coordinamento della politica economica - da navigato politico - mette in colonna la posizione dell'esecutivo: «Evocare lo scostamento a prescindere dal debito vuol dire essere fuori di senno. Il ricordo delle tre finanziarie bruciate dai tassi nel 2011 non dovrebbe mai abbandonarci», ricordando che si arrivò «al limite della bancarotta con lo spread a 505. Non possiamo tornare lì», ammonisce. Sulla stessa lunghezza rigorista anche Emma Bonino (+ Europa), riassume: «Spero tenga la linea di Draghi senza lo scostamento di bilancio, perché il nostro debito pubblico è già alto».

 

 

 

L'inedito fronte a favore dello scostamento d'emergenza tra Lega e Carlo Calenda (Azione), si concretizza in invito a Draghi «per abbassare le bollette da qui a fine ottobre. Per fare questo intervento servono tra 15 e 20 miliardi. Draghi ne ha 13 a disposizione. L'intervento si può fare con un piccolo scostamento di bilancio», ipotizza. Matteo Salvini, entusiasmando i commercianti di Piazza Belli, aveva ammesso: «Mi dicono che creo debito? Sì. Bisogna avere un Paese vivo, qui rischiamo di non avere più niente, di chiudere 200mila negozi. I 30 miliardi di oggipermetterebbero a voi di lavorare e si tratta di una stima al ribasso», taglia corto.

 

 

 

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