Tasse, la botta sulle vacanze: spunta l'imposta più odiosa, chi paga
In 968 comuni d'Italia bisogna pagare la tassa di soggiorno. E in molti casi il balzello sarà anche aumentato rendendo così ancora più costose le vacanze. A parte Forte dei Marmi, che quest'anno ha sospeso l'imposta, per tutti gli altri comuni, riporta La Stampa, si profila un incasso in netta ripresa. Secondo l'Osservatorio nazionale di Jfc si arriverà a 472 milioni di euro per la tassa di soggiorno. Un aumento del 79,5% rispetto all'anno scorso.
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"Gli ultimi due anni sono stati, è indubbio negarlo, assai complessi per l'intera filiera turistica, con riduzioni di presenze e fatturato che hanno inciso in maniera significativa sulla redditività delle aziende - spiega a la Stampa il responsabile dell'Osservatorio, Massimo Ferruzzi -. Aziende che, tuttavia, stanno ora affrontando una situazione ancora complessa, sia per il ritorno, purtroppo ormai ciclico, del Covid con le sue nuove varianti, sia per l'incremento dei costi che stanno affrontando da inizio anno. Poi, non ultimo, il conflitto in Ucraina, che ha bloccato gli arrivi da un bacino di grande interesse per il comparto turistico".
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Da quest'anno l'odiosa tassa si paga anche a Cremona, a Reggio Emilia, a Tuglie (Lecce), a Selvino (Bergamo), a Pollica (Salerno), ad Alliste (Lecce), a Massarosa (Lucca) ad agosto, a Gizzeria (Catanzaro) e a Ivrea i turisti cominceranno invece a pagarla a settembre e a Capo d'Orlando a partire da ottobre. Altrettanto potrebbero fare anche a Sulmona (L'Aquila), Scansano (Grosetto) e in altri 28 comuni.
C'è anche chi si porta avanti: a Bressanone, in provincia di Bolzano, l'aumento è previsto dall'1 gennaio 2024. Fuori dai confini nazionali dal primo luglio - segnala sempre Jfc- si dovrà pagare anche a San Marino.