
Fmi, 19 Paesi a rischio-bancarotta: l'effetto-domino che può far saltare tutto

Pandemia, guerra, inflazione, rialzo delle materie prime: il cocktail perfetto per un collasso planetario. E non è un'esagerazione. A parlarne, è un report del Fondo monetario internazionale dai contorni inquietanti. Un caso di cui dà conto La Stampa e che trova il suo ultimo capitolo in quel che sta accadendo in Sri Lanka, con le violente rivolte di piazza dovute a una profondissima crisi economica. E ovviamente Colombo è tra i Paesi a rischio-crac. O che forse sono già andati oltre il crac.
Conto corrente, scatta la "patrimoniale occulta": quanti soldi perdi
Solo 10 giorni fa il Fmi era tornato da una missione a Colombo, al termine della quale ha diffuso una note in cui metteva nero su bianco quanto la situazione in Sri Lanka fosse gravissima: l'inflazione unita a un livello scarso di riserve avrebbe reso difficile l'import dei beni essenziali. "L'Fmi però confermava il sostegno al Paese purché continuasse a seguire il sentiero tracciato dagli esperti internazionali e sottolineava che i primi passi intrapresi dal governo erano nella giusta direzione", spiega La Stampa. E soltanto pochi giorni dopo, Washington avrebbe staccato un assegno da circa 12 milioni di dollari per sostenere Colombo.
Si parla dello Sri Lanka perché Fmi e dipartimento di Stato Usa temono che la crisi che sta attraversando il Paese possa innescare un effetto-domino, di contagio, tra gli altri paesi esposti in via di sviluppo. Ed è per questo che torna di stringente e preoccupante attualità un report del giugno scorso, quello del Fmi che individuava in Pakistan, Tunisia, Etiopia, Ghana ed El Salvador indicatori economici preoccupanti. Ma non è tutto: "In almeno quindici Paesi - fra cui alcuni strategici come Argentina, appena invitata dalla Cina ad aderire ai Brics, ed Egitto - avevano i rendimenti delle obbligazioni su valori superiori il 10% rispetto al benchmark rappresentato dai bond del Tesoro Usa". E dove Cina, India, Brasile e Sud Africa, i Brics, riescono a fronteggiare il super-dollaro e proseguono nell'acquisto di commodity, ecco che gli altri Paesi non dispongono di riserve di dollari sufficienti.
Video su questo argomento
La lezione di Adriano Olivetti 4.0: da Molfetta a Berkeley per portare la cultura in azienda
Ma come detto, il totale dei Paesi in bilico è di 19 unità, così come spiega il Bloomberg Index: "Ci sono 19 Paesi (un anno fa erano appena sei) per un totale di quasi un miliardo di abitanti, i cui mercati sono in sofferenza. E che rischiano di non riuscire a ripagare il debito. Si parla di 237 miliardi in obbligazioni, un quinto del totale (1400 miliardi) del debito sovrano denominato in yen, euro o dollaro", sottolinea La Stampa. La grande paura è che gli investitori, temendo la crisi, riducano repentinamente la loro esposizione finanziaria in questi Paesi, accelerandone il percorso che li condurrà alla bancarotta. E l'ipotesi peggiore è che questi crac in serie possano dare vita a un contagio simile alla crisi degli Anni '80 in America Latina. Ma a livello globale.
Dai blog

La Postina con Zanellato diventa Dotta
