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Hsbc, le dimissioni di Stuart Kirk: "Fine del mondo? Ipocrisia, lascio la banca"

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Stuart Kirk dice addio a Hsbc. Il capo degli investimenti responsabili e della ricerca lascia il colosso bancario. Il motivo? "C’è sempre qualche matto che mi parla della fine del mondo". Poche settimane prima Kirk aveva creato scalpore, affermando che il cambiamento climatico non deve essere una preoccupazione per gli investitori.

 

 

Parole, quelle pronunciate durante una conferenza a maggio, che suonano come uno schiaffo ai trilioni di dollari investiti in prodotti e fondi green. "Continuerò a pungolare con un bastone affilato le sciocchezze, l’ipocrisia, la logica sciatta e il pensiero di gruppo all’interno della bolla mainstream della finanza sostenibile", aveva detto scatenando una vera e propria bufera. E non solo all'interno di Hsbc. 

 

 

I suoi commenti, tra i quali la disapprovazione perché doveva passare il suo tempo "a guardare qualcosa che accadrà tra 20 o 30 anni", hanno dato vita a un dibattito nell'intero settore finanziario. D'altronde banche, gestori patrimoniali e altre società stanno sempre più pubblicizzando le proprie credenziali "ecosostenibili". Un cambio di rotta che ha indignato Kirk, che ora si sfoga anche su LinkedIn: "La cancel culture distrugge ricchezza e progresso". Dopo il discorso di Kirk, l'amministratore delegato del gruppo della banca Noel Quinn ha affermato di non essere "per niente" d'accordo con le sue osservazioni, aggiungendo che "sono incoerenti con la strategia di HSBC e non riflettono le opinioni della dirigenza senior di HSBC o HSBC Asset Management". Da qui le dimissioni quasi obbligate. 

 

 

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