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Cancellare il denaro contante serviva realmente a sconfiggere l’evasione fiscale? L’analisi dell’imprenditore Andrea Pasini

giovedì 7 luglio 2022

4' di lettura

Vi siete mai chiesti perché qualcuno voglia abolire il denaro contante con così tanta insistenza? Ci raccontano che con l’abolizione del denaro contante sconfiggeremo finalmente l’evasione fiscale. Ma sarà realmente così ?

Per capire se ciò corrisponde a verità dobbiamo prima capire come funziona la moneta contante nel circuito dell’economia reale. Prendiamo ad esempio una banconota da 50 euro, un semplice pezzo di carta, una banconota che può circolare infinite volte tra gli attori dell’economia reale.

Ad esempio, se io vado dal medico e spendo per la visita i miei 50 euro, con questi stessi soldi  il medico potrà andare a cena al ristorante, il ristoratore sempre con quei 50 euro potrà andare dal fruttivendolo, il fruttivendolo potrà spendere quel denaro per un idraulico, l’idraulico potrà andare a bersi un aperitivo in un locale, il titolare del locale sempre con quei 50 euro potrà  andare a fare la spesa dal salumiere e così via all’infinito.

Questi 50 euro rimarranno sempre uno stesso pezzo di carta, il loro valore resterà sempre lo stesso e tutti potranno lavorare. In pratica la moneta contante non perderà mai il suo valore nominale.

Come funziona invece la moneta elettronica. Se io vado dal medico e pago 50 euro con carta di credito o con bancomat bisognerà scalare dalla transazione un importo, ad esempio di tre euro, che il medico dovrà pagare e che andranno all’interno del circuito bancario e finanziario. Il medico andrà a cena al ristorante pagando con bancomat o carta di credito e anche qui il ristoratore pagherà tre euro di commissione sempre al circuito bancario e finanziario, il ristoratore si recherà dal fruttivendolo e il fruttivendolo pagherà una commissione di tre euro, il fruttivendolo andrà dall’idraulico il quale pagherà tre euro al sistema bancario finanziari, l’idraulico pagherà il suo aperitivo e la commissione sarà sempre di tre euro, il titolare del locale andrà dal salumiere e,  anche in questo caso, ecco che verranno scalati tre euro di commissione e così via fino a quando la circolazione monetaria di quei 50 euro iniziali sarà totalmente azzerata.

In pratica, se venisse azzerato il denaro contante e fossimo costretti a pagare solo con carta di credito o bancomat, senza ad esempio inserire delle regole chiare da parte del legislatore imponendo ad esempio al circuito bancario di cancellare totalmente le commissioni (cosa molto improbabile anzi direi impossibile) a  ogni passaggio occorrerà pagare una commissione. 

La domanda che viene spontanea è: ma dove saranno finiti i nostri 50 euro e cioè i soldi che circolavano nell’economia reale?

Ebbene quei soldi sono tutti finiti alle banche. Con la moneta elettronica il banco vince sempre. Anzi la banca vince sempre. Secondo voi abolire il denaro contante servirà realmente a debellare definitivamente l’evasione fiscale? 

A mio modesto parere si dovrebbe trovare un equilibrio tra denaro contante e moneta elettronica. Si dovrebbe lasciare alle persone la libertà di scegliere in che modo vogliono pagare. Anche  perché, vorrei ricordare sia al legislatore che a chi gestisce il sistema finanziario, che quei soldi non sono ne di uno ne dell’altro ma sono frutto dei molteplici sacrifici dei risparmiatori che credo abbiamo tutto il diritto nell’essere liberi di poter gestire come meglio credono i propri  soldi guadagnati onestamente. E soprattutto credo fermamente che il valore dei loro soldi debba mantenersi integro in tutti i passaggi commerciali e non decurtato di una parte ( commissioni bancarie) a ogni acquisto.

Dopodiché penso che il legislatore debba mettere un tetto massimo alle transazioni perché è corretto pagare una commissione anche alle banche per chi volesse usare come metodo di pagamento il Bancomat o la carta di credito, ma è necessario che questa sia un’azione equilibrata e non una speculazione. 

In ogni azione nella vita ci vuole equilibrio e buon senso, soprattutto quando si tratta di inserire delle regole che influiscono sul denaro che le persone con tanti sacrifici hanno risparmiato. Nessuno dovrebbe permettersi di “giocare” con i guadagni altrui frutto del duro lavoro. 

L’evasione fiscale non si debella cancellando definitivamente il contante. Bisogna trovare una strada equilibrata che colpisca gli evasori fiscali con pene più severe e soprattutto non dia la possibilità a coloro che vengono definiti “grandi evasori” di aprire contenziosi che permettano loro di pagare solo una parte (a volte meno della metà) del dovuto allo stato. 

Questa pratica è assolutamente scorretta e intacca la fiducia delle persone oneste che, tra incredibili difficoltà e con molte privazioni, rispettano la legge e pagano con fatica fino all’ultimo centesimo le tasse arrivate sinceramente a livelli vessatori. 

Infine, oggi più che mai, bisogna tornare a parlare concretamente  di un progressivo taglio delle tasse, certamente compatibile con la situazione complicata delle finanze  dello stato,
cui deve seguire una seria sburocratizzazione del sistema pubblico. Pagare meno tasse , ma pagare tutti altrimenti si va in galera. A questo semplice sistema dovrebbe pensare il legislatore.

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