Televisione, il 30 giugno scade la riorganizzazione delle frequenze: chi rischia
Il 30 giugno scade il termine per la riorganizzazione delle frequenze del digitale terrestre. Di fatto si tratta della rivoluzione più importante per la nostra tv. Il cambiamento delle frequenze è già iniziato a novembre 2021 come voluto dall'Unione Europea. La riorganizzazione delle frequenze ha interessato (e interessa ancora) tutto il territorio nazionale. In tanti hanno acquistato un decoder, altri hanno risintonizzato la tv, ma di fatto qualcuno rischia di non vedere più i canali generalisti dal 30 giugno in poi. Chi non riesce ancora a sistemare il televisore dovrebbe verificare se il problema tecnico dell'apparecchio possa essere legato al nuovo posizionamento dei ripetitori in Italia. Inoltre in questa fase il segnale è di gran lunga più sensibile alla conformazione geografica del territorio e dunque può subire conseguenze nella trasmissione nel momento in cui ci sia una collina, un palazzo molto alto o degli alberi.
Rai, ci tocca pagare il canone per le vendette tra compagni: un conto da 2 miliardi l'anno
Per questo motivo in alcuni punti specifici il segnale potrebbe arrivare disturbato. Inoltre potrebbe verificarsi anche il caso in cui su una singola antenna arrivino più segnali per il medesimo canale pur mantenendo la stessa ricezione con un relativo disturbo per il televisore. Altro punto da verificare entro il 30 giugno è la presenza o meno di impianti canalizzati in cui è possibile fare una selezione dei canali ricevuti. In questo caso l'aiuto di un antennista potrebbe essere decisivo.
Enrico Mentana fa servizio pubblico, la Rai invece no: Francesco Storace demolisce Viale Mazzini
Infine, nel caso in cui i problemi dovessero persistere, è possibile utilizzare TivùSat, un servizio satellitare gratuito, su cui è possibile vedere più di 150 canali, compresi Rai e Mediaset.