Benzina oltre i 2 euro? Spunta la maxi-tassa per abbassare il prezzo: l'ultima rapina, ecco chi rischia
La galoppata della benzina si "concede" una piccola pausa. O meglio, si registra una lieve flessione del ritmo a cui il prezzo del carburante stava salendo. Gli ultimi dati, relativi al 13 giugno, sono quelli dell'Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo Economico. Secondo queste stime, la benzina self service è a 2,040 euro al litro, mentre il diesel quota attorno ai 1,970 euro al litro. Per quanto riguarda il servito, la benzina è a 2,161 euro al litro, mentre il diesel a 2,097. Il Gpl servito vale 0,829 euro al litro, il metano è a 1,814 euro al chilogrammo e il Gnl a 1,959 euro al chilogrammo.
Insomma, prezzi letteralmente alle stelle: mediamente la benzina verde ha sfondato i 2 euro al litro. Ed in questo contesto ovviamente si ragiona su come ridurre o calmierare il prezzo dei carburanti. E ci si chiede: il prezzo del rifornimento tornerà a diminuire? Una domanda la cui risposta è tutt'altro che semplice. Sia perché le quotazioni di materie prime e petrolio sono in costante aumento, sia perché il contesto geopolitico, leggasi la guerra scatenata dalla Russia all'Ucraina, si fa sempre più incerto. Fino all'8 luglio resta in vigore il taglio delle accise applicate dal governo. E poi? Tra le ipotesi quella di prorogare la misura almeno fino al termine dell'estate, al costo di circa 1 miliardo di euro al mese.
E per finanziare la misura, ecco che tra le proposte spaventa quella di Leu, ovvero di tassare gli extra-profitti, aumentando l'aliquota sul prelievo dal 25 al 30 per cento. Tra le ipotesi anche quella di estendere l'aliquota maggiorata anche a banche e intermediari finanziarile cui attività sono inerenti al comparto energetico. Dunque il Pd, che come emendamento al decreto aiuti suggerisce un tetto al prezzo dei carburanti di due mesi esatti, sempre per tutelare gli italiani durante l'estate (nonché il costo delle merci, che in Italia all'85% viaggiano su strada).