Banche, un "no" che costa 2 miliardi: chi sono i 150mila italiani che perderanno il lavoro
Il blocco alla cessione dei crediti edilizi maturati da costruttori e installatori per bonus e superbonus rischia di far fallire 33mila imprese artigiane. E mettere su una strada 150mila addetti nella filiera delle costruzioni. L'allarme, ultimo di una lunga serie, arriva questa volta dalla Cna che ha svolto una indagine su un campione di 2mila imprese altamente rappresentativo dei comparti edilizia, costruzioni e serramenti. Secondo una stima dell'Agenzia delle Entrate aggiornata alla terza settimana di maggio nei cassetti fiscali delle imprese del settore ci sarebbero almeno 5,2 miliardi di crediti congelati, la metà dei quali risale addirittura al 2021. Di fatto si è creata una bolla che mette in crisi migliaia di imprese imbottite di crediti fiscali ma senza un centesimo in cassa. Impossibilitate a pagare gli stipendi e a saldare i fornitori e con la prospettiva di bloccare i cantieri senza sapere quando potranno riaprirli. Si troverebbero in questa situazione almeno 60mila imprese artigiane con crediti bloccati per circa 2,6 miliardi di euro.
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UNO SU DUE CHIUDE
I risultati dell'indagine svolta dalla Cna non lasciano dubbi sulla situazione. Il 48% degli imprenditori interpellati parla esplicitamente di rischio fallimento per la propria attività. E addirittura il 68,4% prospetta il blocco del cantiere. Di più: per non essere schiacciate dalla mancata cessione dei crediti, quasi un'impresa su due sta pagando in ritardo i fornitori e una su cinque non riesce a pagare i dipendenti. Dall'analisi dei fatturati e della consistenza media dei crediti emerge che le imprese con un giro d'affari annuo di 150mila euro detengono 57mila euro di crediti nel proprio cassetto fiscale. Alla crescita del fatturato l'incidenza tende a scendere pur restando rilevante: un'impresa con 750mila euro di ricavi sconta 200mila euro di crediti bloccati. Gli artigiani sollecitano il governo a trovare rapidamente una soluzione «per disinnescare», dicono, «una bomba economica e sociale generata da una serie di provvedimenti normativi che hanno alimentato confusione e profonda incertezza». Sui bonus sono intervenute addirittura quattordici modifiche normative. Con effetti devastanti per l'operatività dei cantieri.
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INTERMEDIARI BLOCCATI
Il 47,2% delle imprese dichiara di non trovare soggetti disposti ad acquisire i crediti e finora si sono rivolte principalmente alle banche in oltre il 63% dei casi, e alle Poste nel 22%. Ma gli artigiani ammettono che la responsabilità del blocco non è ascrivibile interamente agli intermediari: «Davanti a norme incerte e continui cambiamenti gli intermediari finanziari hanno bloccato gli acquisti e ad oggi i crediti in attesa di accettazione superano i 5 miliardi, dei quali circa 4 miliardi si riferiscono a prime cessioni o sconti in fattura. Occorre ricordare che attraverso lo sconto in fattura l'impresa ha anticipato per conto dello Stato un beneficio al cliente, facendo affidamento sulla possibilità, prevista dalla legge, di recuperare il valore della prestazione cedendo il credito a terzi. Serve un intervento straordinario da parte dello Stato per scongiurare una crisi economica e sociale», aggiunge la Cna. «Inoltre i bonus per l'edilizia hanno offerto un contributo molto rilevante al rimbalzo del Pil l'anno scorso e oltre il 90% delle imprese intervistate è convinta che senza una soluzione per svuotare i cassetti fiscali non verranno aperti nuovi cantieri con ripercussioni negative sull'intera filiera e sull'economia».