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Buoni pasto, addio? Ecco quando non verranno più accettati: panico tra i lavoratori

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Scoppia il caso buoni pasto. Il 20% di commissioni è ritenuto ormai inaccettabile per commercianti e ristoratori che, alla luce della difficile situazione economica attuale del Paese, minacciano di non accettare più i ticket. Tutti uniti in questa battaglia, che vede impegnati i rappresentanti di Conad, Coop, Fiepet Confesercenti, Federdistribuzione, Fida e Fipe Confcommercio.

 

 

“Dopo due anni di pandemia - ha dichiarato Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe - e il rincarito delle materie prime e dell’energia non sono accettabili livelli di commissioni sul livello di quelle precedenti”. Per questo motivo la richiesta è di rivedere il sistema dei buoni pasto. Sono due le richieste principali: innanzitutto la tutela del valore nominale dei titoli e poi la certezza dei tempi di rimborso da parte delle società che emettono i buoni pasto. Le condizioni attuali sono troppo stringenti per commercianti e ristoratori, costretti ad accettare commissioni fino al 20% del valore nominale dei ticket, alle quali si aggiungono i vari oneri di gestione e finanziari.

 

 

Tradotto in soldoni: su ogni 10mila euro di ticket incassati, gli eserciti perdono quasi 3mila euro. In passato le commissioni erano comprese tra l 7 e il 10%, per questo motivo commercianti e ristoratori sono sul piede di guerra: “Senza un passo indietro - ha dichiarato Donatella Prampolini, presidentessa di Fida - è ragionevole pensare che le aziende non saranno nelle condizioni di accettare più i buoni pasto. Non possiamo farci carico anche del welfare dei lavoratori. Siamo di fronte a un ricatto anche perché i tempi del pagamento non sono mai immediati”.

 

 

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