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Mutuo casa, la stangata: quanto si paga in più, come puoi difenderti

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Francesca Vercesi
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A marzo 2022, secondo i conteggi di Bankitalia, gli interessi sui mutui comprensivi di spese accessorie (Taeg) hanno toccato quota 2,01%. Non superavano i due punti percentuali dall'agosto 2019, quando erano al 2,08%. Un movimento che segue il rialzo dei tassi in tutto il mondo a causa dell'impennata dell'inflazione. E l'attenzione è rivolta soprattutto ai mutui a tasso fisso dato che la differenza rispetto a chi avesse acceso un prestito casa a inizio anno è rilevante e soprattutto, a differenza di quanto accade per quelli a tasso variabile, è certa per tutta la durata del finanziamento. Ma quanto incide sul bilancio famigliare questo aumento?

 

 

Un'analisi del Centro Ricerca e Studi di «Alma Laboris Business School», società specializzata in master e corsi di alta formazione e specializzazione per professionisti, ha messo a confronto i tassi fissi sui mutui praticati nel nostro paese nel periodo gennaio-maggio 2022, analizzando come l'impennata dei tassi si rifletta sulle spese a carico di chi oggi accende un finanziamento per l'acquisto della prima casa. L'Eurirs, ossia l'indice di riferimento per i mutui a tasso fisso, ha registrato una forte crescita nelle ultime settimane, aumentando di oltre 1,30 punti in appena 4 mesi (Irs a 20 anni), si legge nella ricerca di Alma Laboris. Un incremento che si riflette in modo diretto non solo sulle condizioni applicate dalle banche che concedono prestiti, ma anche sulle spese mensili e annuali a carico di chi accende un mutuo. Ma vediamo nel dettaglio una simulazione. Un 37enne che chieda oggi un mutuo a tasso fisso del valore di 100mila euro per l'acquisto di una casa a Roma, si ritrova un Tan più caro tra lo 0,80 e l'1% rispetto a gennaio 2022, a seconda della durata del finanziamento.

 

 

La rata mensile sale così in appena 4 mesi di circa 38 euro per un mutuo a 20 anni, di oltre 40 euro per un mutuo a 25 anni e di 49 euro per un mutuo a 30 anni. Su base annua, l'impennata dei tassi si traduce in un aggravio di spesa che arriva a sfiorare i 590 euro nel caso di mutuo a 30 anni rispetto allo stesso prestito richiesto a gennaio. Considerata la totalità delle rate, e al netto di spese bancarie, perizie e altri costi legati ai finanziamenti, un mutuo a tasso fisso a 20 anni costa oggi 9.099 euro in più rispetto a inizio anno, +12.107 euro un mutuo a 25 anni, e +17.640 euro quello a 30 anni. «Il forte rialzo dei tassi risente in modo diretto del conflitto in Ucraina e dell'instabilità economica del momento», ha affermato Dario Numeroso, l'amministratore di Alma Laboris Business School. Ha poi spiegato: «È bene ricordare che chi ha già acceso un mutuo a tasso fisso non subirà alcuna conseguenza, perché le ripercussioni di tale situazione saranno avvertite solo da chi accende oggi un finanziamento».

Il tasso fisso è quello più richiesto dato che «al momento consente risparmi non indifferenti sulla rata mensile rispetto al tasso fisso. Decisiva la possibilità di ricorrere alla surroga e, in caso di rialzi dei tassi variabili, passare al tasso fisso in un successivo momento del finanziamento», ha concluso Numeroso. Concetto ribadito anche dall'osservatorio Facile.it-Mutui.it che evidenzia come il tasso fisso sia salito dall'1,21% di gennaio al 2,12% di oggi. Per chi deve sottoscrivere un prestito oggi, quindi, le differenze sono importanti: 45 euro al mese, mentre la formula indicizzata risulta più conveniente perché l'Euribor resta negativo.

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