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Pensioni: chi rischia di perdere l'assegno. Occhio al dettaglio: tutte le cifre

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Bisogna fare molta attenzione alle pensioni di invalidità. Nelle pieghe delle cifre e degli adeguamenti all'inflazione con la leva della rivalutazione degli assegni si nasconde una trappola che potrebbe costare caro a migliaia di pensionati. Partiamo dalla premessa. La sottosegretaria la welfare Rossella Accoto ha fatto sapere che i trattamenti previdenziali di invalidità potrebbero essere rivisti rafforzandone gli importi. Ma la stessa Accoto ha aggiunto che potrebbe esserci un intervento sugli effetti della perequazione sui limiti di reddito che fissano i paletti per l'erogazione del trattamento pensionistico. Come sottolinea Pensionioggi.it, è su questo punto, quello della perequazione che si nasconde una insidia non da poco.

 

 

Cerchiamo di essere chiari: le prestazioni previdenziali, come ad esempio quelle ordinarie o quelle di invalidità, sono cumulabili ma fino a un certo punto: ovvero fino al limite massimo di reddito personale che ad esempio per il 2022 è fissato a 17.050,42 euro. Oltre questo limite la pensione di invalidità non viene erogata. Ma attenzione: il limite annuo viene rivalutato con un indice inferiore rispetto alla percentuale di perequazione determinata (a ogni inizio di anno) per le pensioni ordinarie. Ad esempio a gennaio 2022 tutte le pensioni ordinarie sono state rivalutate tenendo conto dell'indice 1,7 per cento. La stessa cosa invece non accade per per la soglia di reddito massima per ottenere il cumulo dei trattamenti.

 

 

Tra il 2021 e il 2022 il totale che consente l'erogazione delle pensioni di invalidità civile è passato da 16.982,49 euro a 17.050,42, ovvero un incremento dello 0,4 per cento. Il rischio concreto è uno solo: con il crescere dell'inflazione, ormai arrivata alle stelle in questo periodo di crisi internazionale, alcuni percettori di assegni di invalidità potrebbero perdere il sussidio a causa di uno sfondamento del tetto massimo di reddito. Su questo punto il sottosegretario avrebbe assicurato una correzione tenendo conto "delle risorse finanziarie disponibili". E su questo fronte è anche intervenuto anche il ministro alle Disabilità, Erika Stefani che ha assicurato un intervento nel Def per adeguare gli importi secondo quanto deciso dalla Consulta con un ritocco importante sulla cifra erogata. 

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