Russia, il flop delle sanzioni: perché il rublo tiene botta, l'errore con cui l'Europa si sta auto-condannando
La richiesta di Putin di farsi pagare il gas in rubli ha sconvolto tutti i suoi principali clienti. Tra l'altro pare che la moneta russa, nonostante il crollo dei primi giorni di sanzioni, adesso stia comunque tenendo. Anche se mostra indubbiamente dei segni di debolezza rispetto al periodo precedente l’invasione dell’Ucraina. Difficile negare, infatti, che le sanzioni occidentali avranno degli effetti molto gravi nel lungo termine. A tal proposito il Fatto Quotidiano scrive: "I prezzi al consumo sono cresciuti in sole due settimane del 6% e nel secondo trimestre ci si aspetta una caduta del Pil a doppia cifra a causa delle difficoltà a importare numerosi prodotti dalle aziende occidentali".
Il punto, insomma, è che non ci sarà un collasso veloce dell'economia russa come si sperava. Il motivo? "Le sanzioni avrebbero dovuto colpire non solo le riserve valutarie della Banca centrale, ma anche gli afflussi di nuova valuta derivante dalle esportazioni", spiega Francesco Lenzi sul Fatto. Il motivo principale per cui non è stato fatto è rappresentato dall'eccessiva dipendenza dell'Europa dal gas russo. Cosa, nello specifico, ha permesso all'economia russa di non collassare nell'immediato? Il meccanismo viene spiegato dal Fatto: "Gli esportatori riportano in una banca russa il corrispettivo in valuta estera incassato per la vendita dei beni; entro tre giorni hanno l’obbligo di convertirne l’80% in rubli e sono pertanto forzati a cedere questa valuta sul mercato; gli importatori comprano la valuta necessaria addebitando il proprio conto in rubli su una banca russa, infine utilizzano questa valuta per acquistare all ’estero i beni necessari".
Affinché questo meccanismo funzioni, però, è necessario che la valuta estera in entrata sia in quantità maggiore rispetto a quella che esce per pagare beni e creditori esteri. Cosa che già avviene, visto che a Mosca con l’export già arrivano più dollari di quanti ne escano. La richiesta di Putin di imporre l’obbligo di pagare il gas in rubli va letta proprio in quest'ottica: in questo modo si creerebbe per la moneta russa una domanda anche sul mercato estero.