Vladimir Putin, Davide Serra e gli oligarchi: "Alcuni sono veri gangster". Il terrore delle torture
Vladimir Putin "non vincerà mai in Ucraina", e "sta distruggendo la Russia". Davide Serra, fondatore di Algebris e re italiano della finanza mondiale, intervistato dalla Stampa commenta la guerra fornendo il punto di vista della City, il cuore finanziario di Londra e dell'Europa. Il presidente russo, in Ucraina, "si troverà gente pronta a morire per la Patria. Basta che sia uno su quattro, ed ecco dieci milioni di soldati. Se saranno armati, i russi non li vinceranno mai. Con i giusti mezzi, sarà un Vietnam alla decima potenza". I problemi per lo Zar arriveranno però dal punto di vista interno: "Presto il suo unico asset, gli idrocarburi, non varranno nulla. Li venderà a Cina e Corea del Nord a basso prezzo. Putin sta distruggendo la Russia, l'ha già distrutta. Ora tutti sanno che è un pazzo". Londra è stata la più dura nelle sanzioni a Putin e ai suoi fedelissimi: "Una versione nucleare delle ordinarie misure finanziarie - sottolinea Serra -. La banca centrale russa ha 650 miliardi di riserve ma, di queste, 400 sono in Germania. Bloccate. Vuol dire che non possono fermare la caduta del rublo, precipitato da 70 a 110 col dollaro". Il russo medio "s'è visto bruciare il 40% del potere di acquisto di beni globali in una settimana. Mai visto". Di fatto, una "tassa Kiev".
Roman Abramovich, il terrore dell'oligarca: "Che fine ha fatto il suo yacht", ora si capisce tutto
L'Occidente confida nella rivolta degli oligarchi, i più colpiti dalle sanzioni, e in un "golpe bianco" in grado di rovesciare il presidente. Serra però sembra scettico: "Staranno zitti. Hanno paura di essere presi e torturati da Putin. Cosa che lui fa regolarmente". Lui, a Londra, li ha visti da vicino: "E' su di loro che Putin si è sempre appoggiato. Alcuni sono veri gangster che hanno rubato asset pubblici e anche ucciso. Hanno ottenuto il potere a condizione che obbedissero al presidente. Chi si lamenta o si oppone viene fatto fuori, metaforicamente e no, come capitato a Khodorkovsky o Litvinenko".
"Il giorno che hanno fatto fuori Litvinenko - ricorda il finanziere genovese, naturalizzato britannico - ero nel sushi bar in cui era andato a mangiare. Mi ha chiamato il MI5 per farmi il test del polonio. Tutto bene, fortunatamente. Ma questa è Londongrad. È qui che gli oligarchi alimentano il loro potere di corruzione e riciclaggio".