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L'inflazione sale ma i salari dei lavoratori sono fermi al 1992. L'analisi dell'imprenditore Andrea Pasini

Andrea Pasini
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L’inflazione cresce ed il portafogli degli italiani si impoverisce sempre di più. La politica è concentrata a litigare sul nulla mentre il paese reale sta cadendo nel baratro. Nel mese di gennaio 2022, si stima che l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dell'1,6% su base mensile e del 4,8% su base annua (da +3,9% del mese precedente), confermando la stima preliminare. Questi dati arrivano dall'Istat e certificano che l’inflazione a gennaio registra una forte accelerazione, raggiungendo un livello +4,8% che non si registrava dal 1996.  I prezzi del carrello della spesa continuano a crescere. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona da +2,4% di dicembre a +3,2% una vera e propria mazzata per i consumatori.  Inoltre un dato negativo che accelerano anche i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto da +4,0% a +4,3%. L'inflazione acquisita per il 2022 è pari a +3,4% per l'indice generale e a +1,0% per la componente di fondo.

La marcata accelerazione dell'inflazione è dovuta prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici, la cui crescita passa da +29,1% di dicembre a +38,6%. L’Istat rivela anche che in misura minore l’inflazione è  dovuta ai prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da +22,0% a +22,9%), dei Beni alimentari non lavorati (da +3,6% a +5,3%) e a quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +2,3% a +3,6%); da segnalare, invece, il rallentamento dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,6% a +1,5%). 

“I beni energetici regolamentati trainano questa fiammata con una crescita su base annua mai registrata, ma tensioni inflazionistiche crescenti si manifestano anche in altri comparti merceologici”, commenta l'Istituto di statistica, che aggiunge: "Ciononostante, la componente di fondo, al netto di energetici e alimentari freschi conferma il dato di dicembre grazie anche al rallentamento dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti, i cui andamenti tendenziali sono ancora condizionati dalle limitazioni alla mobilità dovute alla pandemia". Ora il tema centrale sul quale la politica dovrebbe riflettere seriamente è : ma se l’inflazione continua a crescere a livelli cosi importanti e le buste paga dei lavoratori sono rimaste ferme a quando nel 1992 fu abolita la scala mobile come si può pensare di non trovare soluzioni urgentissime per scongiurare un imminente crescita del tasso di povertà delle famiglie italiane in questo paese?   Le buste paga degli italiani come ho scritto poco fa sono ferme da tempo: da quando nel 1992 fu abolita la scala mobile, cioè il meccanismo che adeguava i salari degli italiani all’inflazione, l’Italia è diventata l’unico Paese avanzato in cui si guadagna meno di allora e si pagano sempre più tasse. Secondo l’Ocse il salario medio di un lavoratore italiano è diminuito del 2,9% dal 1990 al 2020, mentre nello stesso periodo in Germania e Francia è salito del 30% e negli Usa addirittura del 50%. Sta di fatto che in Italia si guadagna meno che in altri Paesi e con l’inflazione ai massimi il problema è molto serio per il presente ma soprattutto per il futuro di questa Nazione.

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