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La politica sa solo chiedere incentivi e bonus, ma niente progetti: Draghi salvaci tu. L'analisi dell'imprenditore Andrea Pasini

Andrea Pasini
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Potremmo chiamarla la politica dei Bonus. Sembra essere questa la cura prescelta dai nostri politici per tutti i mali del nostro Paese. Aiuti, sovvenzioni, incentivi e bonus vengono proposti da ogni parte politica, ma di idee concrete e lungimiranti non se ne vede neanche l’ombra. La pandemia ha sicuramente portato più consapevolezza tra gli italiani. I problemi che affliggono il nostro Paese ormai da anni sono all’attenzione di tutti. E appare altrettanto evidente che la politica li abbia ignorati finché ha potuto, preferendo vivere in una costante campagna elettorale, fatta di slogan e giri di poltrona, invece che mostrare coraggio e responsabilità. 

Si continuano a leggere dichiarazioni sulla crescita del Pil (attualmente attorno al 4%), ma sembra che nessuno abbia l’onestà di dire che c’è ancora molta strada da fare, specialmente rispetto agli altri Paesi europei. È importante anche valutare il debito pubblico, attualmente pari a 2,678 miliardi di euro. In un anno, il debito è infatti aumentato di 104,9 miliardi nonostante i bassi tassi praticati negli ultimi anni. La colpa è da imputare ai bonus, tutti quegli incentivi senza efficacia e diseducativi che non hanno portato più investimenti nel nostro Paese, ma lo hanno mantenuto in un limbo. 

La minaccia dell’inflazione su famiglie e imprese, così come l’aumento dei tassi di interesse e il rialzo della Fed, che non si farà attendere anche in Europa (specialmente considerando come si sta evolvendo la crisi russo-ucraina), pone l’Italia in una posizione precaria. Le nostre forze politiche devono trovare il coraggio per affrontare questa situazione, e smettere una volta per tutti di nascondersi dietro la parola “bonus”. 

Da imprenditore, quando la mia azienda ha un problema, la prima cosa che faccio è analizzare ogni scenario possibile per trovare una soluzione adeguata e a medio lungo temine. È svilente guardare i nostri politici che non fanno altro che richiedere aiuti, sovvenzioni, incentivi e bonus. Se il debito è destinato a crescere, si dovrà produrre di più e si dovrà spendere meno o quantomeno eliminando gli sprechi. Se l’inflazione sale minacciosa si dovrà placarla aumentando la produttività del lavoro, qualificare la spesa pubblica, rimediare il più possibile all’import di gas dai paesi extra europei e soprattutto dalla Russia, e avere soprattutto un piano alternativo nazionale di breve e lunga durata per la produzione di energia e il reperimento di gas naturale sul territorio nazionale. 

I politici dovrebbero essere i primi a comprendere questa necessità. Lo dico spesso, ma quello di cui ha bisogno il nostro Paese è una politica fatta di idee, di progetti concreti che guardino ai problemi reali dei cittadini. Invece che perdersi in lotte tra partiti (e troppo spesso anche all’interno degli stessi), i nostri politici dovrebbero unirsi nell’individuare una proposta credibile. Abbiamo bisogno di donne e uomini responsabili, di alleanze virtuose, capaci di far scoppiare la bolla di irresponsabilità che stringe l’Italia in una morsa assai pericolosa.

Noi cittadini, per primi, dobbiamo unirci per chiedere risposte alle istituzioni. Questo è il momento di farsi sentire e chiedere il cambiamento di cui abbiamo bisogno. Le tasse, l’energia, l’istruzione e formazione, la spesa pubblica, le regole della concorrenza, la giustizia, ed altri fattori dovranno essere oggetto di cambiamenti radicali e non timidi e le nostre istituzioni non possono più rimandare. La maggioranza degli italiani che ha perso definitivamente la fiducia nella classe  politica ripone nell’attuale Presidente del Consiglio Mario Draghi l’ultima speranza che qualcosa possa cambiare in meglio. 
Il tempo è poco e le cose da fare sono molte. Io credo nel mio Paese, e come me milioni di altre persone. È il momento di metterci in gioco. Io sono pronto, e voi?

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