Superbonus, 4 miliardi di frodi. Fisco e Finanza, la maxitruffa che può far saltare tutto
La pratica sul superbonus del 110% torna a complicarsi. Dopo le promesse del governo che aveva garantito un nuovo decreto per settimana prossima - destinato a superare il collo di bottiglia dell'unica cessione autorizzata per il credito fiscale - Guardia di finanza e Agenzia delle entrate tornano a puntare il dito sulle frodi scoperte finora. In tutto 4,4 miliardi di crediti fiscali generati su ristrutturazioni inesistenti o gonfiate sui 18 miliardi totali. L'Agenzia delle entrate e le Fiamme gialle hanno scovato fino ad oggi «un ammontare complessivo di crediti d'imposta inesistenti» legati al superbonus e ai bonus edilizi per 4,4 miliardi di euro, ha affermato il direttore dell'Agenzia, Ernesto Maria Ruffini, nel corso dell'audizione in Senato sul decreto Sostegni ter. In particolare, ha spiegato Ruffini, «a seguito di segnalazione dell'Agenzia delle entrate e della Guardia di finanza, 2,3 miliardi sono ora oggetto di sequestri preventivi da parte dell'autorità giudiziaria; 160 milioni di euro sono stati sospesi e scartati dall'Agenzia sulla piattaforma cessione crediti, per effetto delle disposizioni introdotte con il decreto anti-frode, che consente all'Agenzia di effettuare il controllo preventivo in presenza di profili di rischio». I restanti importi sono oggetto di indagini in corso e di richieste di sequestro preventivo inoltrate alle competenti autorità giudiziarie, che porteranno, verosimilmente, a ulteriori sequestri». Per parte sua la Guardia di Finanza recepisce «con favore ogni misura normativa che, perimetrando adeguatamente il numero delle cessioni e il profilo soggettivo dei cessionari, consenta di minimizzare il rischio di condotte di frode e di riciclaggio, in modo da rafforzare la tutela delle imprese oneste e la crescita economica del Paese», hanno sottolineato i rappresentanti della Gdf, sempre nel corso dell'audizione in Senato.
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ATTIVITÀ ISPETTIVA - Dall'attività ispettiva e dalle indagini sul campo sono emerse «gravi irregolarità connesse alla creazione, anche da parte di organizzazioni criminali ramificate su tutto il territorio nazionale, di crediti d'imposta inesistenti», ha aggiunto Ruffini. Illeciti condotti attraverso un meccanismo di «articolate concatenazioni di cessioni a società e persone fisiche interposte» e i bonus «sono stati in parte monetizzati presso istituti di credito o altri intermediari finanziari. In alcuni casi, poi, i proventi delle frodi sono già stati veicolati all'estero». Le precisazioni di Ruffini sono arrivate mentre si moltiplicavano gli appelli all'esecutivo per reintrodurre la possibilità di cedere più di una volta i crediti fiscali generali da bonus e superbonus. A chiedere la modifica urgente alle norme sulla cessione del credito sono state ieri tutte le sigle della filiera delle costruzioni: Associazione nazionale costruttori, Assolegno, Alleanza delle cooperative, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Cgil, Cisl, Uil, Confapi, Aniem, Confcooperative, Amministratori condominiali, Oice, Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. Gli operatori suggeriscono all'esecutivo di consentire la cessione dei crediti fiscali esclusivamente attraverso gli intermediari vigilati da Bankitalia, come banche e società finanziarie, escludendo invece la possibilità che il bonus ceduto dal committente a chi esegue il lavoro possa essere trasferito ad esempio a un'altra impresa. È proprio in questi spostamenti delle somme di denaro che si sono verificate le frodi. Praticamente unanime la condivisione dell'appello da parte dei partiti.
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