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Fabi lancia il Banking Social Index: come misurare le iniziative sociali delle banche

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Ecco il nuovo indice creato dalla Federazione autonoma bancari italiani per misurare la qualità e la quantità delle iniziative delle banche italiane in campo sociale, soprattutto nel contrasto alla povertà: gli italiani a rischio sono quasi 11 milioni. Una indagine a tappeto per misurare il grado di solidarietà degli istituti di credito. È il primo strumento di questo tipo. Sileoni: «Le banche devono riaffermare il loro ruolo sociale, svolgendo una funzione essenziale sui territori. Con questa iniziativa ci assumiamo una grande responsabilità, consapevoli che anche il sindacato debba essere coraggioso e andare oltre lo steccato delle relazioni industriali nell’interesse della collettività. Al trinomio composto da ricavi, utili e dividendi ritengo essenziale aggiungere un quarto pilastro: la solidarietà. La povertà è la vera pandemia del futuro. È giusto che i cittadini sappiano i nomi delle banche che già fanno molto per contrastare la povertà». Un Comitato consultivo certificherà l’analisi e la classifica

Nasce il Banking Social Index (BSI) della Fabi. Il nuovo BSI è un indice che determinerà la quantità e la qualità degli interventi del settore bancario italiano in campo sociale, in particolare quelli volti a contrastare la povertà, fenomeno che interessa quasi 11 milioni di persone. È la prima volta, quantomeno nel panorama italiano, che viene realizzato uno strumento che si propone di misurare e valutare l’effettivo grado di solidarietà di un intero settore economico, in questo caso delle banche. Inoltre, è prevista la pubblicazione di una classifica degli istituti di credito italiani che mettono in campo, a esempio, le più rilevanti iniziative economiche, progetti, finanziamenti agevolati e donazioni a enti, istituti di ricerca, onlus, ospedali, associazioni di beneficenza, strutture per il volontariato e per l’assistenza alle persone più deboli. A meno di un mese dall’annuncio, dunque, prende ufficialmente il via l’iniziativa lanciata dal segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, al 126° Consiglio nazionale a Milano, lo scorso 13 dicembre 2021.

Nei prossimi giorni il segretario generale della Fabi invierà agli amministratori delegati e agli chief executive officer dei gruppi bancari coinvolti una lettera, con la quale, assieme all’adesione al progetto, verranno formalmente chieste le informazioni e i dati relativi alle iniziative sociali dei loro gruppi. Alla successiva fase di raccolta delle informazioni, seguirà un periodo di dettagliata analisi e valutazione: una scrupolosa, concreta indagine a tappeto, propedeutica alla formazione dell’indice e quindi della classifica, che andrà oltre il bilancio sociale pubblicato annualmente dai gruppi. Al fine di rendere trasparente i risultati dell’indagine, verrà costituito, nei prossimi mesi, un Comitato consultivo al quale verrà affidato il compito di certificare l’analisi dei dati alla base del Banking Social

Index e la classifica delle banche “solidali”. Di questo organismo, faranno parte qualificati e apprezzati esponenti del mondo accademico, del volontariato e del terzo settore, della società civile, delle fondazioni. La composizione del Comitato consultivo verrà comunicata nelle prossime settimane.

L’iniziativa della Fabi trae fondamento dalla convinzione che il fenomeno della povertà sia una vera e propria emergenza, peraltro non solo in Italia: secondo i dati più recenti, gli italiani che corrono il rischio di diventare poveri sono quasi 11 milioni. Un dato che si individua sommando i 4 milioni di disoccupati (1 milione e 127mila ex occupati; 571mila ex inattivi, cioè chi un lavoro nemmeno lo cerca; 2 milioni e 373mila persone in cerca di prima occupazione) e i 6,7 milioni di occupati in situazioni precarie o deboli, i cosiddetti working poor: 925mila soggetti con contratti di lavoro a termine part time, 2 milioni e 142mila persone con contratti a tempo determinato full time, 2 milioni e 731mila addetti con contratti a tempo indeterminato part time involontario, 225mila soggetti con semplici contratti di collaborazione e 711mila autonomi part time.

«Le banche devono riaffermare il loro ruolo sociale, svolgendo una funzione essenziale sui territori. Al trinomio composto da ricavi, utili e dividendi ritengo essenziale aggiungere un quarto, pilastro: la solidarietà. Questo perché sconfiggere la povertà, la vera pandemia del futuro, deve diventare la priorità assoluta non solo per le istituzioni pubbliche e per i governi, ma anche per i principali operatori economici privati. Ci assumiamo una grande responsabilità, consapevoli che anche il sindacato debba essere coraggioso e andare oltre lo steccato delle relazioni sindacali, svolgendo un ruolo utile nell’interesse della collettività» dichiara il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. «Al Consiglio nazionale, il 13 dicembre, rivolgendomi ai vertici del settore, avevo anticipato questa iniziativa, spiegando che non è più tempo per nessuno di far finta che nulla sia accaduto, di chiudere gli occhi o di considerare soltanto i propri circoscritti orizzonti. È tempo di generosità e di solidarietà vera, concreta, visibile, solida. Ed è giusto che i cittadini sappiano i nomi delle banche che già fanno molto per contrastare la povertà e di quelle che si sottrarranno alle nostre sollecitazioni» aggiunge Sileoni.

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