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Mani in alto questa è una bolletta. Costi folli dell'energia. L'approfondimento di Andrea Pasini

Andrea Pasini
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Stangata o rapina, chiamatela come volete. Quello che è certo è che l’aumento delle bollette di luce (55%) e gas (41%) avrà un effetto devastante sulla nostra economia. Le tariffe sono infatti aumentate di circa tre volte e mezzo negli ultimi 12 mesi, nonostante i 3,8 miliardi di euro di sgravi fiscali inseriti dal governo Draghi nella nuova legge di bilancio.

Ogni famiglia italiana si troverà a spendere ben 1.000 euro in più per le bollette (441 euro in più per la luce e 567 euro per il gas). Per non parlare dei maggiori costi energetici che dovranno sostenere le aziende e che di conseguenza andranno a ricadere sull’ultimo anello delle filiera e cioè i consumatori. Io sono Andrea Pasini un imprenditore di Trezzano Sul Naviglio e credo che a breve ci sarà un effetto a cascata su beni e servizi che spingeranno ancora più in alto il livello dell’inflazione. Secondo Istat, l’indice dei prezzi al consumo a novembre a raggiunto un +3,7% rispetto all’anno precedente.Si tratta del livello più alto dal 2008, raggiunto con un balzo significativo dal dato di ottobre che era del +3%. L'inflazione italiana si trova sopra l'indice armonizzato Ue (a novembre a +3,4%) e di quasi un punto sopra quello francese che ha raggiunto un +2,8%. I prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” che include beni alimentari, per la cura della casa è della persona è cresciuto del +1,2%. I prezzi dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto sono invece passati da +3,1% a +3,7%. Crescono poi i prezzi al consumo per divisioni di spesa di beni irrinunciabili: abitazione, acqua, elettricità e combustibili (da +11,4% a +14,1%) e trasporti (da +8,7% a +10,5%).

A sottolineare l’impatto che l’aumento delle bollette avrà sull’intera filiera è invece Coldiretti che in una nota spiega come l’aumento della spesa energetica abbia un doppio effetto negativo: riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie e al contempo aumenta i costi delle imprese. 

La Cgia di Mestre prevede inoltre che nei primi sei mesi del 2022, 500.000 lavoratori italiani rischiano di rimanere a casa. Le imprese saranno infatti costrette a spegnere i macchinari, almeno temporaneamente, per fronteggiare questa esplosione dei prezzi. Si tratta di imprese di ogni settore, da quelle di vetro, carta, ceramica, cemento e plastica a quelle dell’alimentazione, fino a quelle che rappresentano il made in Italy nel mondo. Secondo le stime della Cgia le variazioni annue delle tariffe in alcuni comparti rischiano di raggiungere addirittura un +250%.

Un esempio concreto. Per le operazioni colturali gli agricoltori sono stati costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. Inoltre l’impennata del costo del gas, utilizzato nel processo di produzione dei fertilizzanti, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei concimi. E non finisce qui, l’aumento dei costi riguarda anche l’alimentazione del bestiame, il riscaldamento delle serre.

Questo folle aumento delle bollette non colpisce sono le Pmi, la vera anima del nostro Paese. Anche il colosso svedese Ikea ha annunciato in una nota che si vede costretto ad aumentare i prezzi del 9% per gestire i costi legati ai trasporti e ai prezzi di fornitura. Ora il tema sul quale iniziare seriamente a ragionare è sull’autonomia energetica del nostro paese. Una certa  politica accecata da una mera ideologia, ottusa e antiquata deve smetterla di porsi sempre contro a tutto ciò che può rendere energeticamente il nostro paese autonomo senza più dover acquistare totalmente da paesi confinanti con il nostro energia e gas.  Le centrali nucleari di ultima generazione ad esempio, sono sicure e non inquinano e ci consentirebbero di poter produrre energia ad un costo conveniente.

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