Carlo Verdelli è uno dei più importanti giornalisti italiani, ha diretto la Gazzetta dello Sport, Vanity Fair, Il Corriere della Sera Sette, e La Repubblica. Ha guidato l’informazione Rai quando il direttore generale era Antonio Campo Dall’Orto. Ha scritto un libro sulla tua esperienza a viale Mazzini. "La Rai è stata un percorso ad ostacoli sin dall’inizio. Quando vengo chiamato da Campo Dall’Orto lui mi assegna un mandato preciso e cioè recuperare il ritardo. Eravamo nel 2016, e l’azienda era ancora analogica".
Carlo Verdelli, Dagospia: alle 16 l'incontro per passare al Corriere della Sera, che siluro contro Repubblica
La mossa di Urbano Cairo? Presto detto: Carlo Verdelli, l'ex direttore di Repubblica, cacciato in malo modo da John ..."Avevo un contratto di 4 anni, me ne sono andato alla fine del primo. Non c’erano più le condizioni per fare bene il nostro lavoro. Renzi aveva scelto Campo Dall’Orto con un mandato giusto: carta bianca per cambiare. Quando Antonio gli fece il mio nome disse: Una ottima scelta per due ragioni. La prima è che non lo conosco. La seconda è il suo curriculum. Ma quando Renzi capisce che le cose gli vanno male diventa invadente. Io faccio muro sulle richieste politiche. E quando non riesco più me ne vado", ricorda Verdelli..
Vittorio Feltri su Carlo Verdelli al Corriere della Sera: "Giustizia è fatta"
Carlo Verdelli passa direttamente da Repubblica al Corriere della Sera. L'indiscrezione rimbalzata su Dagospia preve...Nel suo ultimo libro scrive del suo addio a Repubblica: "Sono stato licenziato lo stesso giorno in cui volevano uccidermi. Tutti i licenziamenti sono brutti. Ma credo che il mio, da La Repubblica, abbia battuto una serie di primati da Guiness. È l’aprile 2020, e io sto vivendo un momento difficile, sul piano personale e professionale, proprio quando cambia l’editore del giornale e arrivano gli Elkann. Dopo alcuni titoli polemici sulla Lega, si erano abbattute su di me, e sulle persone a me più vicine, una serie di minacce terribili e molto violente. Si attivò un tiro al bersaglio continuo contro di me. Insulti, ingiurie, e poi addirittura minacce di morte. Minacce per cui, come vedi, vivo ancora oggi sotto protezione armata e il giorno del mio licenziamento ben due diversi avvisi, registrati e raccolti dalle forze dell’ordine, dicevano che quello sarebbe dovuto essere il mio ultimo giorno di vita. Ero al giornale, mentre si moltiplicavano appelli di solidarietà in mio favore. Avevo appena finito la riunione, la segreteria di redazione mi dice: Direttore, ti vogliono al decimo piano. Salgo. Alle 14.02 ero dentro la stanza. Alle 14.10 ero già fuori. Licenziato". racconta Verdelli