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Bollette, la truffa del certificato bianco: come ti derubano, occhio a questo foglio

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Certificati bianchi in grado di far schizzare alle stelle la bolletta. Questa la maxi-truffa messa in atto da 22 persone persone, che reinvestivano i soldi guadagnati in criptovalute e nel mercato immobiliare. Una frode smascherata grazie alla collaborazione con le autorità tedesche, che hanno dato vita a una Squadra Investigativa comune tra la procura di Aosta e quella di Duisburg. Le ordinanza di custodia cautelare in carcere, emesse dal giudice per le indagini preliminari di Torino, sono state fatte recapitare a 17 soggetti. Questi sono tutti indagati per associazione a delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e riciclaggio di denaro. Gli accusati risiedono nelle province di Torino, Brescia, Napoli, Salerno, Foggia e Barletta-Andria-Trani. Tra loro ci sarebbero anche un commercialista e il dipendente di un istituto bancario mentre altri due, corrieri di denaro contante e fermati per riciclaggio, percepivano addirittura il reddito di cittadinanza.

 

 

In contemporanea la Polizia di Duisburg ha arrestato 5 persone con l'accusa di riciclaggio e sequestrato diversi conti correnti, oltre a disponibilità finanziarie, immobili e criptovalute, per un valore di 41 milioni di euro. I fatti, che risalgono al periodo compreso tra il 2016 e il 2020, hanno visto 113 indagati. Questi ultimi utilizzavano il meccanismo dei certificati bianchi che si basa sull'obbligo, da parte delle aziende distributrici di energia elettrica e gas con più di 50mila clienti finali, di conseguire annualmente determinati obiettivi di risparmio energetico. Le aziende possono realizzare progetti di efficienza oppure acquistare i certificati dalle cosiddette Energy Service Company (Esco), società che scelgono volontariamente di realizzare progetti di riduzione dei consumi negli usi finali di energia.

 

 

Il Gestore dei Servizi Energetici riconosce così, in base al risparmio, un controvalore in certificati poi liberamente scambiabili sul mercato. Infine questi certificati bianchi vengono presentati al Gestore dei Servizi Energetici (Gse) per maturare il diritto all’ottenimento di un contributo tariffario in denaro da parte della Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali (Csea). Per questa specifica truffa sono stati utilizzati 95 falsi progetti riguardanti lavori mai effettuati, soprattutto sostituzione di caldaie, coibentazione di pareti, cappotti termici, su immobili realmente esistenti che, insieme a ditte e persone all’oscuro di tutto, sono stati individuati attraverso delle normali ricerche su internet.

 

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