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Bollette, il maxi-rincaro non basta: stangata di Capodanno, le cifre dell'imminente rapina

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Giuliano Zulin
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Libero lo aveva anticipato. Ora è ufficiale. «Si profila per il primo trimestre del 2022 un significativo ulteriore aumento dei prezzi nel servizio di tutela», spiega il presidente dell'Arera, Stefano Besseghini nel corso di un'audizione in Commissione attività produttive della Camera. Tradotto: le bollette saliranno sensibilmente da Capodanno. «Le attuali quotazioni del gas naturale per il primo trimestre del 2022 sono ancora molto superiori a quelle utilizzate per lo scorso aggiornamento che determinerebbe criticità analoghe a quelle affrontate per il quarto trimestre del 2021», aggiunge il numero uno dell'Authority energetica. Alla luce di tutto ciò, prosegue Besseghini, «a nostro avviso risulta ormai indifferibile l'esigenza di finanziare strutturalmente misure in campo sociale e industriale attualmente coperte tramite il gettito di componenti tariffarie con trasferimento sulla fiscalità generale».

 

 

E gli interventi del governo? Attenueranno la batosta o no? «La destinazione permanente dell'importo attualmente previsto dalla legge di Bilancio, pari a 2 miliardi annui, a copertura degli oneri generali di sistema, insieme alla stabile destinazione al medesimo obiettivo dei ricavi delle aste per l'assegnazione delle quote di emissione di CO2, pari a circa 2,5 miliardi di euro, stante gli attuali prezzi della CO2, coprirebbe circa un terzo del fabbisogno», conclude Besseghini. Il resto è a carico nostro. Abbiamo già dato conto dell'esplosione di luce e gas. Imprese, considerate energivore, che a Lucca si sono viste arrivare bollette aumentate anche del 400%. Altra gente, che pagava 300mila, ora deve sborsarne 700mila. Alcune ditte pensano di chiudere, perché così non ci perdono. Tira aria di cassa integrazione "energetica". Il guaio è che sentendo le parole di Besseghini - il peggio deve ancora venire. L'incremento dei prezzi, inizialmente sul groppone dei soli imprenditori, ormai si sta scaricando sui consumatori, sulle famiglie. «Salgono i prezzi dei prodotti energetici, la logistica risente della pandemia, la finanza specula: cerchiamo soluzioni condivise da tutto il comparto, colpito da questo tsunami già in atto», chiede Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare.

 

 

«La situazione è diventata insostenibile- prosegue- la mancanza di offerta delle materie prime non è una bolla, non terminerà a breve e questo porta ad un incontrollato aumento di costo delle stesse a cui si aggiungono il costo esorbitante dell'energia e degli imballaggi, il caro noli e il caro container. La situazione è molto grave. Il rischio è una forte contrazione del mercato con gravi conseguenze sulle imprese soprattutto quelle meno strutturate e, in generale, sull'occupazione, con ulteriori riduzioni sulla capacità di acquisto dei consumatori», conclude Vacondio. Altro allarme è quello lanciato da Ancit, l'associazione dei Conservieri Ittici e delle Tonnare, che parla di "tempesta perfetta" per questo settore dell'industria alimentare e che rende la situazione non più controllabile e pianificabile da industria e fornitori. I prezzi della banda stagnata, principale materiale di imballaggio per le conserve ittiche, a fine anno segneranno un +80% rispetto al settembre 2020 e crescono anche i prezzi degli imballaggi di carta e cartone: + 10-15% in un anno, con proiezioni per un ulteriore + 15-20% nei prossimi mesi.

 

 

Per non parlare dell'incremento esponenziale nei noli marittimi, principale modalità di trasporto per il tonno utilizzato come materia prima per i prodotti in scatola: + 289% da ottobre 2020 per il nolo di un container da 40 piedi. E Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, avverte su Rai2: «L'aumento dei prezzi delle materie prime sta mettendo a rischio cantieri e imprese del settore». Intanto i numeri ufficiali cominciano a non essere più tanto «temporanei», come ci raccontavano. In Germania l'inflazione annuale ha fatto un balzo del 4,5% (non accadeva dal 1993), mentre negli Usa è salita del 6,2% (aumento maggiore dal 1990). Il presidente Joe Biden promette di invertire la rotta, perchè il boom dei prezzi «fa male al portafoglio degli americani». Ma finchè le banche centrali continuano a stampare denaro, necessario per alleggerire il peso dei super debiti statali, i prezzi continuano a salire. 

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