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Reddito di cittadinanza, Draghi spiazza il M5s? Nuove regole, chi perde l'assegno

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La Cabina di regia si è pronunciata: a malincuore del Movimento 5 Stelle, il reddito di cittadinanza sarà ritoccato. Mario Draghi ha accettato un rifinanziamento del sussidio, cavallo di battaglia dei grillini, ma con delle limitazioni. Oltre ai controlli preventivi e più serrati per evitare i troppi "furbetti", il presidente del Consiglio ha rivisto anche i termini

 

 

Arriva infatti lo stop all'assegno dopo il secondo no a un'offerta di lavoro e il calare del sussidio per chi il lavoro lo accetta. Una scelta sui cui i Cinque Stelle hanno dato il loro ok "con riserva". D'altronde di grandi alternative i pentastellati non ne avevano. Il movimento guidato da Giuseppe Conte avrebbe preferito un assegno ridotto al primo no, ma i margini di manovra sono limitatissimi. In sostanza l'assegno cala addirittura già dopo 4-6 mesi per gli occupabili, quanti cioè possono lavorare, escludendo disabili, minori, anziani. Per chi rifiuta una proposta di lavoro, invece, l'importo sarà revocato. Stando alle prime linee guida questa misura dovrebbe essere progressiva. 

 

Intanto la Cabina di regia ha confermato una dote aggiuntiva di 791 milioni per il reddito, una cifra di circa 700 milioni al di sotto di quanto preventivato. È andata peggio a un'altra misura promossa dal M5s: il cashback sarà eliminato. La misura, partita lo scorso gennaio e poi sospesa nel secondo semestre di quest’anno, viene infatti cancellata. In ogni caso la legge di Bilancio approderà giovedì 28 ottobre sul tavolo del Consiglio dei ministri. Solo successivamente potranno essere ufficializzate tutte le misure contenute al suo interno.

 

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