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Reddito di cittadinanza, il primo passo di Mario Draghi: ecco chi dice addio all'assegno grillino

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La misura tanto cara ai grillini, il reddito di cittadinanza, sarà modificata profondamente nella prossima legge di Bilancio. Al momento ci stanno lavorando sia Mario Draghi che il suo ministro dell'Economia Daniele Franco. Tempo fa, il premier aveva anticipato che non era sua intenzione abolire la misura, ma aveva chiarito che andava comunque modificata, soprattutto per evitare le frodi e per favorire una maggiore integrazione tra chi ne usufruisce e il mondo del lavoro.  

 

 

 

L'ipotesi sui cui sta lavorando il governo prevede un taglio del sussidio in caso di rifiuto della proposta di lavoro. Il che porterebbe a un risparmio di 700 milioni rispetto agli 1,5 miliardi stanziati nel 2022 per pagarlo agli utenti. Il totale della somma stanziata per l’anno prossimo sarebbe così di 9 miliardi di euro. Per scongiurare il rischio di frodi, poi, si sta pensando di imporre dei controlli ex ante per chi lo chiede. Dunque - come spiega il Corriere della Sera - diventerà obbligatorio allegare alla domanda un certificato di residenza recente. E in più sarà necessario firmare la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro del richiedente e dei suoi familiari. Il tutto prima ancora che la domanda venga presa in esame.

 

 

 

Al momento, i beneficiari perdono il sussidio solo se rifiutano tre proposte di lavoro. Ma questo, come hanno fatto sapere dall’Inps, non accade quasi mai, sia perché le offerte non vengono notificate secondo la legge sia perché gli uffici pubblici raramente riescono a fare tre diverse offerte di lavoro a uno stesso soggetto. Ecco perché l'esecutivo guidato da Draghi sta valutando delle limitazioni, come il taglio dell’assegno al primo o al secondo rifiuto di un’offerta di lavoro.

 

 

 

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