Reddito di Cittadinanza, Mario Draghi sibillino: "Condivido il concetto alla base, presto per dire se verrà riformato"
Il reddito di cittadinanza spacca la maggioranza. A difenderlo sono ovviamente i 5 Stelle, cui si aggiunge qualche voce sparsa all'interno del Pd. Chi invece non digerisce affatto la misura è la Lega di Matteo Salvini, seguita dai politici di Italia Viva, con Matteo Renzi in testa. Per non parlare poi della dura opposizione di Forza Italia e Fratelli d'Italia. Ma anche qualche dem vorrebbe rivederlo. Adesso a parlare è Mario Draghi, che prima mette le mani avanti dicendo che "è troppo presto per dire se verrà riformato". Poi aggiunge che condivide "il concetto alla base".
Il premier, insomma, prova a indorare la pillola ma di fatto non esclude una riforma. Ciò che dice di gradire, infatti, è solo il "concetto alla base" della misura grillina. Probabile quindi che qualcosa vada cambiato. Ed è proprio questo che si auspica il leader leghista, che ha spesso definito il reddito di cittadinanza come un "disincentivo al lavoro e un inno al lavoro nero". Aggiungendo sempre che "va rivisto". Ancora più duro il leader di Iv, che ha parlato di un vero e proprio "fallimento", "un sussidio diseducativo e clientelare che non ti avvicina al lavoro".
Anche il partito più vicino al M5s, in realtà, ha qualche appunto da fare. "Il reddito di cittadinanza va migliorato", ha detto qualche giorno fa il responsabile economico del Pd Antonio Misiani. Secondo lui, sarebbe necessario intervenire su più piani, innanzitutto "favorire l’inserimento al lavoro dei percettori". Forza Italia e Fratelli d'Italia, invece, sono proprio per il superamento della misura. Di recente Giorgia Meloni ha dichiarato che il reddito "va abolito, è come il metadone per i tossicodipendenti".
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