Bollette, quelle che non avreste dovuto buttare: un costosissimo errore, quali pagherai due volte
Guai gettare tra i rifiuti le bollette anche se pagate. Il monito arriva direttamente dal Codice civile che all'articolo 2934 delinea i termini scaduti i quali il pagamento va in prescrizione. E dipende dalle diverse forniture. Per quanto riguarda la luce i termini di prescrizione sono di 2 anni ma solo per le bollette emesse successivamente al primo marzo 2018; se la data è antecedente il limite di prescrizione resta ai 5 anni, come previsto precedentemente dalla normativa.
Stesso discorso per il gas che vanno in prescrizione dopo 2 anni se emesse dal 1 gennaio 2019, mentre le fatture recedenti continuano a prescriversi dopo 5 anni. Infine, per le bollette dell'acqua solo a decorrere dal primo gennaio 2020 sono entrati i termini a 2 anni. Per tutto ciò che è stato emesso prima i termini restano a 60 mesi. In conclusione anche nel caso di bollette non pagate, se la richiesta di saldo viene fatta oltre i termini citati, la pretesa non varrebbe più.
In ogni caso è bene conservare le bollette per evitare spiacevoli equivoci come la richiesta di pagare bollette già pagate. Un caso, questo, che non è affatto raro. Come ogni ricevuta infatti anche la bolletta saldata rappresenta una prova dell'effettivo pagamento della fornitura di servizi offerti dal gestore. Dunque se non si è in possesso della ricevuta, come potrebbe accadere se questa una volta pagata viene gettata, si può essere considerati morosi e non è possibile dimostrare in nessun caso che, eventualmente, la pretesa del gestore del saldo di una delle nostre bollette, sia errata in quanto non si ha alcuna prova a proprio favore.
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