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Pensioni, Pasquale Tridico: "Quota 100, un pilota che si autodistrugge. Non è mica la fine del mondo"

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Dopo il flop del reddito di cittadinanza, ecco che il presidente dell'Inps fa il tifo per altri sussidi. "Con l'emergenza abbiamo scoperto che i sussidi servono pure agli autonomi, non solo ai poveri - ha ammesso Pasquale Tridico, raggiunto da La Stampa -. Poi è stato evidente che la cassa integrazione non poteva essere destinata esclusivamente alla categoria del lavoro dipendente, e infatti un'indennità è stata erogata alle partite Iva e ai lavoratori discontinui del turismo e dello spettacolo. Quindi le politiche attive, che riguardano tutti. Le parole chiave sono flessibilità e semplificazione". Per farlo a suo dire serve un sistema di welfare "più inclusivo e universale".

 

 

Meno ottimista su Quota 100, la riforma voluta dalla Lega che permette a chi possiede un requisito contributivo minimo pari a 38 anni e un'età anagrafica di 62 anni di andare in pensione. "Che il Recovery non si occupi di pensioni non deve stupire e Quota 100 ha un pilota automatico che si autodistrugge - ha proseguito Tridico -. È una riforma sperimentale, durava tre anni e finisce al 31 dicembre, non c'è nulla da aggiungere". Finita qui? Nemmeno per sogno: "Non è corretto portare sempre il discorso sullo scalone. Dopo Quota 100 non c'è la fine del mondo, ci sono diverse misure di flessibilità da ampliare: l'Ape sociale, i precoci, gli usuranti", ha risposto a chi gli ricordava che senza Quota 100 si va in pensione a 67 anni.

 

 

La sua proposta? "Andare in pensione dai 62-63 anni solo con la quota che si è maturata dal punto di vista contributivo. Il lavoratore uscirebbe dunque con l'assegno calcolato con il contributivo e aspetterebbe i 67 anni per ottenere l'altra quota, che è quella retributiva. Poi è necessario tutelare i fragili, come gli oncologici e gli immunodepressi, che nella fase post Covid devono poter andare in pensione prima". Insomma, tutto fa pensare a un avvicinamento alla Fornero. 

 

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