Eni, Descalzi e Scaroni assolti: niente corruzione in Nigeria. Un calvario lungo 10 anni
L'ad di Eni Claudio Descalzi e il suo predecessore Paolo Scaroni sono stati assolti dal tribunale di Milano nel processo in cui i due manager erano accusati di corruzione internazionale per un presunto pagamento di tangenti nel 2011 in Nigeria. Assolto anche Luigi Bisgnani, considerato mediatore. Il caso era quello della licenza del campo petrolifero Opl-245, ambita da Eni e da Shell. A 10 anni dal presunto illecito, dunque, finalmente la giustizia italiana ha emesso il suo verdetto. I due colossi del settore energetico escono completamente assolti, così come gli altri imputati, gli allora manager operativi nel Paese africano, i presunti intermediari, i quattro ex dirigenti Shell e l'ex ministro del Petrolio nigeriano Dan Etete, con formula piena perché "il fatto non sussiste". Resta certo il peso di una inchiesta che anche a livello mediatico ha rischiato di distruggere l'immagine di Eni, uno degli orgogli italiani nel mondo e tra i pochi player in grado di competere con le multinazionali straniere, e la reputazione degli stessi manager.
"Il processo dopo tante udienze, dopo aver esaminato migliaia di documenti, finalmente restituisce a Descalzi intatta la sua reputazione di manager e all’Eni il suo ruolo di grande azienda italiana di cui siamo tutti orgogliosi", ha spiegato l'ex ministro della Giustizia Paola Severino, oggi avvocato difensore dell'ad della compagnia energetica. "Siamo molto contenti e sicuramente sarà lieto anche lui - è il commento di Enrico De Castiglione, legale di Scaroni -. La centralità del dibattimento in questo caso si è riconfermata, la tesi della pubblica accusa è stata verificata in un dibattimento che è durato 3 anni ed evidentemente è stata ritenuta non fondata, cosa che noi abbiamo sempre ritenuto per la verità. Non è una critica alla pubblica accusa che ha fatto il suo mestiere, porta avanti delle tesi che però poi devono essere vagliate e valutate in sede dibattimentale nel contraddittorio delle parti e in questo contraddittorio quella tesa non è risultata fondata". "Speriamo - ha concluso De Castiglione - di aver finito questo calvario perché il mio assistito, Scaroni, è 12 anni che è sotto processo ed è stato assolto in tutti i gradi di giudizio per l'Algeria e in questo grado di giudizio ha confermato un’altra assoluzione. È sempre stato assolto e sempre con formula piena".