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Cashback di Stato, la Bce boccia Conte: "Misura sproporzionata, dovevate consultarci"

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È una misura sproporzionata: così la Bce ha definito il cashback, la misura varata dal governo italiano e operativa dallo scorso 8 dicembre con l’obiettivo di incentivare i pagamenti con moneta elettronica. Un vero e proprio schiaffo all’esecutivo guidato da Giuseppe Conte, che in questa misura credeva parecchio. Le lamentele sono arrivate attraverso una lettera firmata da Yves Mersch, membro del board della Banca centrale europea, e indirizzata al nostro ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. La Bce ha elencato una serie di rilievi sul provvedimento del governo, che mira a garantire un rimborso di 150 euro per le spese effettuate nel mese di dicembre e di 300 euro per quelle nell’arco del 2021. Nel passaggio conclusivo della lettera si legge: “La Bce apprezzerebbe che le autorità italiane tenessero in debita considerazione i rilievi che precedono, adempiendo in futuro al proprio obbligo di consultare la Bce”.

 

 

 

La risposta italiana non si è fatta attendere: come riporta il Corriere della Sera, il ministero dell’Economia ha replicato seccamente per ribadire che la lettera “non desta né preoccupazione né ripensamenti rispetto all’iniziativa del governo”. Viene spiegato, insomma, che i rilievi fatti dalla Bce “hanno un carattere puramente formale e sono per loro natura non vincolanti”. Nella lettera, però, Mersch mette in dubbio sia la legittimità del cashback che la sua efficacia. L’operazione, infatti, è stata percepita come una sorta di fuga in avanti, adottata senza un confronto su una decisione che ricade sotto il Trattato Ue. E poi ci sono le perplessità sulla reale utilità della misura: la lettera, pur riconoscendo che i pagamenti elettronici rispondono allo scopo di ridurre l’evasione, contesta che “dovrebbe sussistere una chiara prova che il cashback consenta, di fatto, di conseguire la finalità pubblica della lotta all’evasione fiscale”.

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