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Euro, il piano per liberarsi della moneta di Paolo Savona: una nuova lira digitale

Nino Sunseri
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Paolo Savona, presidente della Consob lancia sul tavolo degli Stati Generali la sua ricetta per l'Italia post-Covid. Forse un po' risentito per la mancata convocazione sfrutta l'occasione della relazione annuale (la seconda del suo mandato) per intervenire nel dibattito. Come sempre vola alto. Molto alto. Parla di Borsa e di mercati ma, soprattutto di politica economica nel segno del sovranismo. Aggiorna il famoso piano B che esattamente due anni fa gli era costata la poltrona di ministro del Tesoro. Tre i punti centrali. L'Italia come «risorsa dell'Europa» non certo come un problema. Un «bond nazionale» irredimibile con cui finanziare la ricostruzione «come accaduto dopo la guerra». E infine la riproposizione di una moneta digitale che magari potrebbe rappresentare, in qualche maniera, il ritorno della lira. 

 

Almeno sotto forma digitale. Per la verità si tratta di un tema più da banchieri che da Autorità di controllo della Borsa. Ma le criptovalute a Savona sono sempre piaciute e alla loro creazione ha dedicato parecchi studi. Un atteggiamento che comunque denota apertura mentale e disponibilità a cimentarsi con i treni della tecnologia non certo frequente per uno studioso di 84 anni. Contro queste innovazioni «banche e intermediari del risparmio mostrano esitazioni e perfino resistenze sollevando istanze etiche comprensibili, ma che, non di rado, celano la difesa delle rendite permesse dalla normativa vigente». Ma il nodo per Savona è soprattutto geopolitico: «La maggior parte dei governi sembrerebbe non voler procedere verso la creazione di una propria criptomoneta, nè intendono farlo congiuntamente». 

Ma alcuni Paesi come Cina e Russia «intendono realizzarla nell'intento sia di avvantaggiarsene a scopi di riequilibrio geopolitico economico sia di proteggersi dagli effetti sgraditi, quali la perdita di controllo delle informazioni nazionali, e da quelli graditi, come l'impossessamento di quelle dei paesi concorrenti». Il presidente della Consob, però, ci tiene stavolta a superare le accuse di distruttore della Ue che lo perseguitano da quando ha cominciato a parlare di Piano B: «Questa conclusione è una sollecitazione per il pieno completamento dell'Unione Europea, non contro la sua esistenza». Ma oggi viviamo tempi eccezionali e anche le soluzioni non possono essere convenzionali. Così sul tavolo degli Stati Generali fa piovere la sua proposta che molto piace ai partiti di opposizione come Lega e Fratelli d'Italia. Sono i cosiddetti «consols», le obbligazioni perpetue. 

 

«Strumento tipico delle fasi belliche, a cui la vicenda sanitaria è stata paragonata», ha spiegato ieri l'ex ministro, «potrebbero riconoscere un tasso d'interesse, esonerato fiscalmente, pari al massimo dell'inflazione del 2% che la Bce s' è impegnata a non superare». La proposta arriva a tre giorni alla presentazione del nuovo Btp Futura e dopo il successo del Btp Italia. «Emettere titoli irredimibili è una scelta democratica perché, se sottoscritti, limiterebbero i rischi e, di conseguenza, gli oneri sulle generazioni future». L'ultimo riconoscimento alla tecnologia, con l'inno agli algoritmi. «Solo l'ignoranza dello strumento induce a ritenere che le decisioni possono sfuggire di mano e, con essi, si possa speculare e non stabilizzare le quotazioni con decisioni oggettive che prescindono da valutazioni personali».

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