Recovery Fund, i lunghi tempi per l'erogazione spingono l'Italia ad attivare il Mes: il governo avrebbe già deciso
Per Giuseppe Conte, il Recovery Fund è "l'occasione della vita". Certo, il piano varato dall'Unione europea è ossigeno per l'Italia e per tutti i Paesi membri, piagati dal coronavirus e con una terrificante crisi economica alle porte. I denari stanziati sono parecchi. Ma c'è un grosso, enorme, "ma". Su cui punta i fari addirittura Repubblica, insomma non il fronte sovranista o qualche "pericoloso" anti-europeista. Il punto è che manca un "ponte" in grado di garantire risorse adeguate a coprire il fabbisogno del Paese nei prossimi mesi, quelli che sarà necessario attendere prima dell'entrata in vigore degli eurobond. Stando a quello che è l'attuale piano della Commissione europea, infatti, fino a febbraio 2021 arriveranno massimo 3-4 miliardi.
In questo contesto, dunque, è necessario reperire nuove e immediate risorse. Così Giuseppe Conte e il governo già si sta preparando ad accedere immediatamente ai 20 miliardi del piano europeo Sure per la disoccupazione e agli investimenti Bei, fino a 40 miliardi. Ma non solo. Secondo Repubblica, infatti, il governo torna a valutare il ricorso al Mes e ai suoi 36 miliardi. Secondo le indiscrezioni che trapelano dal governo, soltanto un repentino e netto calo dello spread eviterà all'Italia l'accesso al fondo Salva-Stati (un calo dello spread che renderebbe conveniente raccogliere i miliardi con un'emissione di titoli di Stato piuttosto che con il ricorso al Mes). Insomma, l'ombra del fondo salva-Stati resta sullo sfondo. Secondo Repubblica molto più di un'ombra. E se l'Italia dovesse accedervi, per Conte sarebbe l'ultimo, drammatico, colpo alla sua immagine e alla sua credibilità: quante volte ha giurato che non lo avrebbe mai usato?