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Napolitano contro Silvio: "l'austerity era necessaria"

Il presidente della Repubblica replica indirettamente all'ex premier che aveva criticato il fiscal compact
di Lucia Esposito domenica 23 settembre 2012

2' di lettura

    Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo l'incontro col presidente ceco Va' Clav Klaus, ha affermato la necessità di coniugare la severità del trattato europeo con provvedimenti per la crescita. Napolitano, quindi, continua a difendere le scelte fatte dall'Europa e da Monti e risponde a Silvio Berlusconi che due giorni fa,aveva criticato il fiscal compact che aveva firmato come capo di governo. "Bisogna accompagnare la strada necessitata della severità con misure per la crescita incoraggiate a livello europeo e non prese dai singoli Stati, ciascuno per proprio conto".   Austerità e crescita Napolitano rispondendo a una domanda sul rischio che il fiscal compact abbia effetti recessivi, ha precisato che "nessuna contraddizione" tra austerità e crescita, rispondendo a una domanda dei giornalisti a proposito del rischio che il fiscal compact abbia effetti recessivi. Napolitano ha inoltre ricordato che "gli impegni per controllare la finanza pubblica e il successivo fiscal compact sono stati assunti con piena consapevolezza dal governo Berlusconi e poi dal governo Monti. Non si può non partire dalla necessità di stabilire equilibri nella finanza pubblica nei paesi dell'Eurozona - ha proseguito il capo dello stato -. Da noi c'era un pesante debito pubblico e le autorità di governo e monetarie sono state abili nel gestirlo in passato, ma è arrivato un momento in cui era a rischio il nostro debito sovrano e c'erano pressioni fortissime nei mercati sui nostri titoli. Per cui, con piena consapevolezza, sono stati sottoscritti impegni da parte del governo Berlusconi e poi del governo Monti, in questo spirito abbiamo contribuito al cosiddetto fiscal compact".  L'integrazione Napolitano ha quindi sottolineato che sono   "indispensabili nuovi passi sulla via dell’integrazione. Quando si   mette in comune la moneta bisogna mettere insieme moltre altre cose   altrimenti non resiste la politica monetaria. Tra questi passi   ulteriori sulla via dell’integrazione ritengo che ci sia anche   l'unione bancaria".     

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