Taranto, 11 dic. (Adnkronos) - "Conseguenze drammatiche" dal rigetto odierno da parte del Gip di Taranto della richiesta di Ilva dell'applicazione del decreto legge 207 del 3 dicembre. A lanciare l'allarme e' l'azienda che, in un lungo comunicato, illustra nel dettaglio "le drammatiche conseguenze che tale decisione comporta per i livelli occupazionali e per la situazione economica dell'azienda". "Tutta la produzione giacente in stabilimento, generata prima e dopo la data del 26 luglio 2012 e fino al 2 dicembre 2012, non potra' essere inviata agli altri stabilimenti del Gruppo per le successive lavorazioni o consegnata ai Clienti finali - si legge nella nota dell'Ilva - La quantita' di prodotti e di semilavorati interessati dal provvedimento di sequestro risulta pari a circa 1.700.000 tonnellate, per un valore economico di circa 1 miliardo di euro. Mancando la disponibilita' di prodotti finiti e semilavorati (quali coils neri, lamiere e bramme) verra' del tutto interrotta la lavorazione verticalizzata a taranto e negli altri stabilimenti ILVA e sara' necessario ricostituire da zero un nuovo parco prodotti lavorati e semilavorati". "Da ora e a cascata per le prossime settimane circa 1.400 dipendenti, appartenenti prevalentemente alle aree della laminazione a freddo, tubifici e servizi correlati, rimarranno senza lavoro - sottolinea l'azienda - Il numero di questi lavoratori si andra' a sommare ai gia' 1.200 dipendenti attualmente in cassa Integrazione per le cause gia' note quali la situazione di mercato e le conseguenze del tornado che ha investito lo stabilimento di Taranto lo scorso 28 novembre. Si fermeranno poi a catena gli impianti ILVA di Novi Ligure, Genova Racconigi e Salerno, dell'Hellenic Steel di Salonicco, della Tunisacier di Tunisi e di diversi stabilimenti presenti in Francia nonche' tutti i centri di servizio Ilva, quali Torino MIlano e Padova, nonche' gli impianti marittimi di Marghera e Genova". (segue)