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Un autunno senza lavoro:a rischio 180mila posti

Monti e Fornero dicono che "la crisi è alle spalle". Ma sono 150 i tavoli aperti al ministero dello Sviluppo economico. Esuberi, a rischio in 30mila
di Andrea Tempestini sabato 1 settembre 2012

Una manifestazione dei sindacati

2' di lettura

"Un autunno difficile". La causa? "La crisi". Le parole sono quelle pronunciate dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero, all'inizio di agosto. "E' a rischio il futuro industriale del nostro Paese", spiegava la ministra. E i conti con questo futuro a rischio (nonostante le successive dichiaraizioni ottimistiche di Monti, Fornero e Passera, sulla "crisi alle spalle"), l'Italia continuerà a farli. Il quadro è sempre più nero, e viene delineato dai tavoli di crisi aziendale aperti al ministero dello Sviluppo economico: sono circa 150 le vertenze aperte e coinvolgono circa 180mila lavoratori, mentre gli esuberi potrebbero arrivare a 30mila unità. Cifre da capogiro - I numeri, impressionanti, sono stati resi pubblici dai sindacati che hanno rielaborati i dati del ministero. Secondo le sigle si tratta della situazione più difficile degli ultimi 20 anni. A questo quadro andrebbero poi aggiunte le vertenze delle piccole aziende italiane a rischio chiusura, che però non arrivano nemmeno al tavolo del ministero dello Sviluppo Economica. Insomma, il computo totale è difficile da ottenere, ma è sicuramente maggiore rispetto a quello fornito dai sindacati, di per sè drammatico.  I casi - Molteplici i casi da risolvere. Quelli che negli ultimi giorni stanno facendo più rumore sono Carbosulcis e Alcoa, ma sono decine e decine i casi di crisi insolute. Per citanre alcuni, nel settore dell'acciaieria, c'è quella di Lucchini, oppure Merloni ed Electrolux. In Sardegna i casi di Euroalluminia e Fincantieri. E ancora, in ordine sparso, Indesit, Windjet, Meridiana Fly, Valtur e Alpitur. Inoltre, nel settore automobilistico, resta grave la situazione della Fiat di Termini Imerese, dove è incerto il futuro di 1.300 lavoratori.

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