Visco avverte: "Scarsa crescita e famiglie sfiduciate: si rischia un circolo vizioso"

88ma Giornata del risparmio
mercoledì 31 ottobre 2012
Visco avverte: "Scarsa crescita e famiglie sfiduciate: si rischia un circolo vizioso"
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Roma, 31 ott. (Adnkronos/Ign) - La crisi mina la capacità di risparmio delle famiglie. Sempre più incerte e sfiduciate, hanno sempre più difficoltà "ad accantonare le risorse desiderate al fine di fronteggiare i rischi sui fronti del lavoro e del reddito futuro". E il rischio che questa situazione determina è quella di un "circolo vizioso: l'economia cresce poco, si riduce la capacità di risparmio, le famiglie si sentono più incerte e sfiduciate, la crescita dell'economia frena ulteriormente". E' l'avvertimento che arriva dal Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nel suo intervento alla 88 ma Giornata del risparmio. Un intervento che prende proprio le mosse dalla considerazione che "il risparmio è materia prima fondamentale per lo sviluppo equilibrio di un Paese" e dal dato di fatto che in Italia "la formazione di risparmio, a lungo tra le più alte del mondo avanzato, cala da oltre un ventennio " e che "la flessione si è accentuata dall'avvio della crisi". "La quota risparmiata del reddito nazionale è ora inferiore - sottolinea Visco - alla media europea: sotto il 17 per cento, circa 4 punti percentuali in meno rispetto alla prima metà dello scorso decennio, contro il 22 in Germania e il 18 in Francia". E la flessione, evidenzia Visco, "riflette soprattutto il calo del risparmio delle famiglie". Gli interventi in atto, in Europa e nei Paesi più colpiti dalla crisi, "avranno successo solo se tutte le parti in causa terranno pienamente fede agli impegni presi", evidenzia Visco sottolineando che "le misure decise dal Consiglio direttivo della Bce, insieme con quelle adottate dai governi a livello nazionale ed europeo, già stanno avendo effetti positivi; non siamo ancora giunti, tuttavia, a un netto punto di svolta". D'altronde, "le misure di bilancio non potevano non ripercuotersi negativamente sugli andamenti congiunturali di breve periodo, ma hanno evitato scenari ben peggiori di quello attuale". Visco, comunque, avverte che "le riforme non potranno dispiegare pienamente i propri effetti se dubbi e incertezze sul futuro della moneta unica dovessero mantenere gli spread sovrani al di sopra dei valori coerenti con i fondamentali economici di ciascun Paese. La politica monetaria può costituire un argine efficace contro queste distorsioni. Ma - puntualizza - potranno essere duraturi solo se la disciplina di bilancio e le riforma nazionali ed europee proseguiranno con la necessaria risolutezza". "La soluzione definitiva della crisi richiede il completamento della costruzione europea", aggiunge poi il governatore di Palazzo Koch. E l'unione bancaria "è un ulteriore, importante passo per spezzare il legame tra le condizioni degli Stati sovrani e quelle delle banche e consolidare la stabilità finanziaria dell'area". Soffermandosi sugli istituti di credito italiani, Visco afferma che le banche devono intervenire sui costi "anche agendo sui compensi dei dirigenti e degli amministratori". Non solo. "Dovrà essere valutata con attenzione la distribuzione di dividendi, in particolare nei casi in cui sono presenti esigenze di rafforzamento o di mantenimento del livello patrimoniale". Alla Giornata mondiale del risparmi è intervenuto anche il ministro dell'Economia Vittorio Grilli evidenziando che il governo "ha avviato cambiamenti importanti per cambiare i motori di crescita del Paese che si erano inceppati nell'ultimo decennio"; ci vuole comunque "tempo per vedere gli effetti di questi cambiamenti" perché questi "hanno effetto nel medio periodo". Nel frattempo, "non possiamo stare con le mani in mano. I governi che verranno dovranno continuare nelle azioni che il Paese richiede". Quanto alla riduzione del debito pubblico, dice il ministro "è fondamentale" e, in questo contesto, il bilancio in pareggio "è di per se una garanzia ma non basta, dobbiamo fare di più". "La crisi non è nata in Italia ma -sostiene Grilli- ha reso visibili le debolezze strutturali sia dell'Italia che dell'area euro. Investitori e risparmiatori, allentando il loro grado di fiducia, hanno progressivamente abbandonato l'Europa, soprattutto i paesi cosiddetti periferici". Secondo il ministro dell'economia bisogna rispondere a questo fenomeno "sia come area euro sia come singoli paesi". E la principale sfida è "riconquistare la fiducia dei mercati nell'Europa e in Italia".