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Disoccupazione, tasse, pil: il grido d'allarme degli industriali

L'Italia ha bisogno di un governo, subito: basta perdere tempo
di Lucia Esposito sabato 30 marzo 2013

2' di lettura

  Un grido d'allarme che è un pugno nello stomaco. Lo lancio il direttore del Sole 24 Ore Roberto Napoletano sulla prima pagina. Il quotidiano di Confindustria tradendo i titoli solitamente "compassati" oggi, venerdì 29 marzo, è in edicola con un titolo a caratteri cubitali: "BASTA GIOCHI" (la parola "basta" è scritta in rosso"). Un elenco infinito di dati drammatici che impongono immediatamente la formazione di un governo. Si parte dal lavoro. "Quasi un giovane su due è senza lavoro, ogni giorno chiudono decine di aziende manifatturiere, l'insieme di prelievi fiscali e contributivi che grava sulle imprese (total tax rate) è arrivato alla cifra-record del 68,3%, il costo delle inefficienze della macchina burocratica su imprese e famiglie è stimata in 73 miliardi l'anno. L'irresponsabilità della classe politica europea combinata con la "farina avariata" cipriota mette a dura prova qualità e freschezza del pane europeo che è il suo risparmio".  I debiti della Pubblica amminsitrazione Poi i dati drammatici sul rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo italiano che viaggia verso il 130%. E ancora: "Usciamo da anni di arretramento ma continuiamo a peggiorare in termini di produttività e le previsioni per il 2013 del prodotto interno lordo (pil) sono ancora significativamente negative rispetto a un 2012 addirittura terribile. Si attende lo sblocco dei debiti della Pubblica Amministrazione nei confronti delle imprese dopo che una stupefacente incapacità governativa di ascoltare ha trascinato fino ad oggi una questione che andava risolta almeno sei mesi fa. Sono in gioco decine di miliardi di lavori eseguiti e mai pagati dallo Stato (non incentivi) che potevano immettere nel sistema quel minimo di liquidità necessario per ricostituire almeno un po' di fiducia. La stessa, identica, incapacità di ascoltare ha generato il "mostro" della nuova tassa sui rifiuti, Tares, lasciata marcire in un limbo di irresponsabilità che non promette nulla di buono né per i Comuni, né per i contribuenti, né per il servizio di raccolta nei territori" L'appello Numeri inquietanti che impongo la formazione di un nuovo governo. Subito. "Basta giochi, per piacere. Questa Italia esige rispetto, attenzione e, soprattutto, merita di essere governata. Lo chiedono i suoi giovani, il mondo della produzione tutto (piccoli, medi e grandi), le famiglie, i tanti, troppi quarantenni/cinquantenni che si ritrovano dalla sera alla mattina senza un lavoro (...).   

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