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G8, accordo contro l'evasione e i paradisi fiscali

G8, nella bozza del comunicato finale si punta a un accordo tra le potenze e a una stretta contro i paradisi fiscali: "Scambio automatico di informazioni"
di Andrea Tempestini domenica 23 giugno 2013

2' di lettura

Nel bel mezzo della seconda giornata di lavori al G8, hanno cominciato a filtrare le prime indiscrezioni sulla bozza del comunicato finale del summit del potenti, che verrà letta dal padrone di casa, il premier britannico David Cameron. Nel documento ci saranno le classiche dichiarazioni e richieste di rito: "Sostegno alla domanda, sicurezza delle finanze pubbliche e riforme". Verranno chiesti gli accordi dell'Unione bancaria, poiché "fortemente necessaria" per ridurre la frammentazione finanziaria. Ma tra le righe della bozza, spunta fuori anche un accordo di massima sulla futura rivoluzione fiscale. Nella prima stesura del comunicato si legge: "Ci impegniamo a fare dello scambio automatico di informazioni tra le autorità fiscali il nuovo standard globale, e lavoreremo con l'Ocse per sviluppare rapidamente un modello unilaterale che renderà più facile per i governi trovare e punire gli evasori".  Sulle multinazionali - L'obiettivo dei potenti del pianeta è quello di dare nuovo impulso alla lotta contro il riciclaggio e alle società di comodo utilizzate per evadere il fisco. Così, le autorità fiscali del mondo "dovrebbero automaticamente condividere informazioni per combattere la piaga dell'evasione fiscale. Le nazioni - viene sottolineato - dovrebbero cambiare le regole che permettono alle imprese di spostare i loro profitti oltre confine per evitare le tasse, e le multinazionali dovrebbero riportare alle autorità fiscali quante tasse pagano e dove". Il Grande Fratello fiscale, insomma, vuole riproporsi sul scala planetaria. Nel comunicato c'è un riferimento ancor più preciso alle multinazionali: "Le compagnie - si legge nel testo - dovrebbero sapere chi realmente le controlla e le autorità che si occupano dell'esazione e i legislatori devono essere in grado di ottenere delle informazioni facilmente". Un riferimento anche ai Paesi in via di sviluppo, che "devono avere le informazioni e la capacità di recuperare le tasse che gli sono dovute, e gli altri Paesi devono aiutarli".

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