Roma, 12 mar. (Adnkronos) - Record di società protestate nel 2012: l'8,8% in più dello scorso anno. A soffrire maggiormente soprattutto il settore costruzioni che sfiora quota +80% con 11mila aziende protestate. Lo rileva uno studio Cerved Group. Complessivamente, infatti, il numero di società cui è stato elevato almeno un protesto nell'anno ha toccato nel 2012 quota 47mila (+8,8% sul 2011): un valore superiore non solo all'ultimo anno pre-crisi, il 2007 (+45%), ma anche rispetto al 2009 (+4,1%), si legge ancora nel dossier Cerved che guarda con "preoccupazione" alla situazione nel settore costruzioni. "E' il settore che paga il dazio più pesante alla crisi", dice Stefano Matalucci, direttore marketing di Cerved Group ricordando come il numero di società protestate abbia sfiorato quota 11mila, superando abbondantemente non solo i livelli pre-crisi (+80%), ma anche quelli del 2009 (+10%). "La diffusione del fenomeno ha raggiunto livelli allarmanti nella filiera, nel corso dell'anno si sono viste protestare almeno un assegno o una cambiale il 3,4% delle società del settore, un livello pari a circa il doppio di quello che si riscontra nell'industria e nei servizi", aggiunge. L'incremento dei protesti si è concentrato comunque soprattutto nell'ultimo trimestre 2012 in cui si è registrato un'accelerazione dei ritardi nei pagamenti e un incremento delle società protestate del +16% rispetto allo stesso periodo del 2011. Nell'ultima parte del 2012 infatti, i giorni di ritardo hanno toccato in media quota 21,5 giorni, ed è aumentato il numero di aziende che hanno accumulato ritardi di oltre due mesi: nell'ultima parte dell'anno, hanno saldato in grave ritardo il 7,1% delle imprese analizzate, con un forte incremento del fenomeno proprio tra le società edilizie. A livello territoriale, infine, i protesti viaggiano a due velocità: +12% nel Centro Sud, area in cui i livelli negativi del 2009 sono stati abbondantemente superati (+12,5% nel Mezzogiorno e +7,4% nel Centro), +2,6% nel Nord Ovest e +1,3% nel Nord Est.