(Adnkronos) - Un terzo del cibo prodotto nel mondo per il consumo umano è perduto o sprecato:1,3 miliardi di tonnellate all'anno, secondo le stime della Fao. Nei Paesi in via di sviluppo oltre il 40% dello spreco si verifica nelle fasi post-raccolta e lavorazione, mentre nei Paesi industrializzati oltre il 40% avviene a livello della grande distribuzione e domestico. Lo spreco pro capite in Europa e Nord-America è di 95-115 kg all'anno, contro i 6-11 kg dell'Africa sub-sahariana e del Sud - Sud-Est asiatico. ma qual è il collegamento tra spreco e povertà alimentare? "Sprecando meno, e quindi consumando in modo intelligente, non diamo il nostro cibo a un africano che soffre la fame, ma contribuiamo a creare la necessaria sensibilità in modo che questi problemi vengano compresi e affrontati a favore di chi non ha da magiare - dichiara Catherine Dickehage, direttore World Food Program Italia - nel mondo ci sono 870 milioni di persone affamate o malnutrite, 2 miliardi di persone che soffrono di carenze da micronutrimenti e 3,5 milioni di bambini sotto i 5 anni che muoiono agni anno per cause legate alla malnutrizione, un terzo di tutta la mortalità infantile. Se pensiamo che oggi nel mondo il 12,5% della popolazione soffre la fame, il 20% è sovrappeso e il 33% del cibo viene buttato, c'è tanto da fare e non possiamo più sprecare tempo e risorse". Tra i contributi della giornata, anche quello dello chef Fabio Campoli del Circolo dei Buongustai di Roma, con la sua personale visione del 'Quanto basta'. "Il quanto basta che presenterò io è il rispetto per l'energia, tutta, perché ogni cosa che si muove è energia e ha un costo - dichiara Campoli all'Adnkronos - 'Quanto Basta' per il rispetto dell'ambiente non è solo cercare produzioni di nicchia, ma pensare un po' di più a noi stessi quando si fa la spesa, prestando più attenzioine alle quantità e a cosa mangiamo". E per quanto riguarda i colleghi, avverte: "si può fare qualcosa di nuovo ad esempio sulle cotture degli alimenti. Un forno professionale consuma 20 kw e tenerlo acceso 24 ore su 24 costa più delle materie prime che ci mettiamo all'interno".