Livorno, 22 mar. - (Adnkronos) - Secondo la Caritas, quasi 1.200 persone a Livorno ogni giorno non riescono a sfamarsi a sufficienza. Eppure nei negozi, sia al dettaglio che all'ingrosso, nei bar, nelle pasticcerie e nei ristoranti, molto cibo invenduto finisce nella spazzatura. Per questo il Comune di Livorno, insieme alla Caritas Livorno Onlus, intende lanciare un progetto per potenziare e "sistematizzare" la redistribuzione, ai cittadini in difficolta' (singoli e famiglie), di cibi invenduti. Merci cioe' non piu' adatte al commercio, ma assolutamente sane e commestibili: dal pane e brioche sfornati la mattina ma ancora sui banchi alla sera, alla frutta "ammaccata" e non piu' adatta all'esposizione ma buona da mangiare e cosi' via. Con l'obiettivo di creare un circuito tra chi ha disponibilita' di alimenti non utilizzati e chi ne ha invece bisogno, l'assessore all'associazionismo e volontariato del Comune di Livorno Massimo Guli' ha incontrato ieri mattina, insieme a Giovanni Calleri dell'Area Progettazione della Fondazione Caritas Livorno onlus, i rappresentanti di Cna-Unione Alimentare, Confcommercio, Confesercenti, Legacoop. La Caritas, come ha spiegato Calleri, gia' svolge un servizio in citta' insieme alla Legacoop ed ha attivato una rete di coordinamento attraverso le parrocchie. Ma in questo difficile momento economico e finanziario il sistema non e' piu' sufficiente a prevenire e alleviare situazioni di poverta' che si stanno facendo purtroppo sempre piu' gravi e diffuse. (segue)