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Cipro, il Parlamento boccia il prelievo forzoso

di Ignazio Stagno domenica 24 marzo 2013

2' di lettura

Cipro tira uno schiaffo ad Angela Merkel. Il parlamento cipriota ha votato "no" al piano di salvataggio proprosto dall'Ue che prevedeva il prelievo forzoso dai conti correnti delle banche isolane. Il provvedimento non è passato con 39 voti contrari, quelli dell'opposizione e del partito di minoranza di governo Diko, e 19 astensioni del partito Disy del presidente Nicos Anastasiades. Yiannakis Omiru, il presidente di Cipro, ha definito un "ricatto" il piano di Bruxelles. Il messaggio è chiaro. L'isola non vuole una "razzia" sui suoi risparmi. Il piano prevedeva l'esenzione per i depositi bancari fino a 20.000 euro, fissando al 6,75% la tassazione per i conti tra 20.000 e 100.000 euro e mantienendo al 9,9% quella sui depositi oltre i 100.000 euro. Intanto in Germania si preparano al peggio. E alzano la posta. Dal governo tedesco fanno sapere che "finchè il parlamento non avrà deciso non ci sarà alcun programma di aiuto".  Pericolo scampato? - Cipro risponde al fuoco tedesco, e la Merkel minaccia l'isola. Che ora trema. La Cancelliera chiede a Nicosia un ridimensionamento delle banche per garantire la solvibilità di Cipro. Sull'isola intanto regna il caos. Le banche restano chiuse per evitare la corsa allo sportello e i ciprioti assediano il parlamento e la piazza. Nonostante il voto il ministro delle Finanze, Michails Sarris resta al suo posto. Niente dimissioni. E per garantire gli stipendi dei militari britannici presenti sull'isola, la Raf manda un aereo con i soldi per aggirare il blocco delle banche. Insomma il pericolo di vedere una mano europea pronta a prendere una fetta dei conti correnti a quanto pare è scongiurato. Anche il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi ha definito "un pericoloso precedente" il prelievo forzato sui conti. Così per questa sera Cipro fa festa, ma dovrà fare i conti con nuovi provvedimenti che scongiurino il default. Quando le banche riapriranno è stimato un prelievo del 10 per cento dei depositi. 

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